Calano gli acquisti di frutta e verdura: ai minimi storici da inizio secolo

Gli ultimi dati rilevati hanno sottolineato una diminuzione netta degli acquisti di frutta e verdura che sono calati di circa 10 punti percentuale, attestandosi al minimo storico da inizio secolo.

Calano gli acquisti di frutta e verdura: ai minimi storici da inizio secolo

In Italia, gli acquisti di frutta e verdura hanno subito una brusca diminuzione del 10%, raggiungendo i minimi storici dall’inizio del secolo. Questo allarme è stato lanciato dalla Coldiretti in un report presentato in occasione di una riunione convocata oggi dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.

Secondo i dati riportati, gli italiani hanno ridotto del 25% l’acquisto di angurie, del 15% i meloni, del 14% le arance e del 5% le fragole; anche gli ortaggi hanno subito una flessione del 6%. Questo preoccupante calo degli acquisti è principalmente attribuibile all’inflazione che, sommata all’aumento dei prezzi degli alimenti, ha spinto gli italiani a ridurre le spese alimentari, e soprattutto la gravità del fenomeno sarebbe quella della sua difficoltà di arrestamento, con un progressivo che aumenta negli anni.

Questa riduzione ha portato il consumo individuale di frutta e verdura fresca per persona al di sotto della soglia minima raccomandata di 400 grammi, stabilita dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per mantenere una dieta sana ed equilibrata. In risposta a questa situazione critica, il ministro Lollobrigida ha annunciato piani per potenziare i controlli nel settore ortofrutticolo e condurre una campagna di comunicazione mirata per contrastare il calo dei consumi.

Secondo la Coldiretti, queste azioni potrebbero non essere sufficienti: il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha sottolineato l’importanza di affrontare anche il problema della disponibilità di manodopera nel settore agricolo.

Una gestione più efficiente dei flussi di lavoro e un aumento dell’aggregazione dell’offerta sono considerati fondamentali per migliorare il sistema delle Organizzazioni di Produttori (OP) e delle Associazioni di Organizzazioni di Produttori (AOP) a livello nazionale.

Ettore Prandini ha anche sottolineato la necessità di una regia nazionale più forte per indirizzare le risorse dell’OCM ortofrutta (Organizzazione comune di mercato nel settore ortofrutticolo), affinché possano servire da base per il rilancio e la competitività del settore.

Continua a leggere su Fidelity News