Nelle pieghe della nota di aggiornamento al Def emergono dettagli interessanti e inaspettati rispetto all’intento del governo di contrastare l’evasione fiscale. Non manca in questo senso una certa creatività, a partire dal nome di un nuovo provvedimento che mira a fidelizzare il ricorso al bancomat e agli altri mezzi di pagamento elettronico. Stiamo parlando del cosiddetto bonus befana.
Nella pratica si tratta di uno strumento di lotta all’evasione fiscale che dovrebbe affiancarsi, lavorando in modo sinergico, al cosiddetto meccanismo di cashback. Quest’ultimo prevede il rimborso di una parte dell’IVA (ad esempio l’1 o il 2% alla fine di ogni mese) sui pagamenti elettronici effettuati per categorie merceologiche considerate potenzialmente a maggiore rischio.
In aggiunta al nuovo sistema di cashback appena descritto, alle percentuali restituite mensilmente potrebbe aggiungersi un ulteriore super bonus di natura annuale. Quest’ultimo potrebbe arrivare a valere fino a 475 euro l’anno e verrebbe corrisposto nei giorni antecedenti l’epifania (da qui il singolare nome del provvedimento).
Come funziona nello specifico il bonus befana 2020: i dettagli resi noti finora
Fermo restando che al momento si tratta pur sempre di un’ipotesi d’intervento e non ancora di un provvedimento approvato dalla legge, nei dettagli resi noti finora emerge un meccanismo di recupero su un tetto di spesa massimo. Quest’ultimo sarebbe inoltre collegato a beni e servizi considerati particolarmente a rischio per l’evasione fiscale, come ad esempio nel caso dei ristoranti.
A livello numerico, il bonus massimo percepibile corrisponderebbe al 19% dei pagamenti elettronici effettuati nell’anno precedente, con un tetto di spesa fissato per tutti i contribuenti a 2.500 euro. Nella pratica, il bonus potrebbe arrivare a toccare al massimo i 475 euro annui. In questo modo, la speranza dei legislatori è che si fornisca un ulteriore disincentivo all’utilizzo del contante, facendo così emergere in contemporanea una quota importante di evasione.