Il Bonus affitto 2022, una delle novità della Legge di Bilancio 2020, è un’ agevolazione fiscale confermata anche per il 2022. Quindi gli italiani, messi a dura prova dalla pandemia e dalla crisi umanitaria ed economica in corso, che sono stati colpiti da bollette salatissime, possono finalmente lanciare un sospiro di sollievo.
Se il problema rincari di molti prodotti alimentari resta, così come gli aumenti del carburante, c’è comunque questa riconferma per offrire un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà, che potranno risparmiare sul canone di locazione.
Requisiti e come riceverlo
Indipendentemente dalla tipologia di contratto di locazione che hai scelto (ad esempio, a canone libero, concordato, convenzionato o transitorio), puoi fare domanda per il Bonus affitto 2022, partecipando al bando istituito dai Comuni, ma devi avere determinati requisiti. Tra di essi: essere residente (residenza anagrafica) nel Comune che pubblica il bando e nella casa per cui vuoi richiedere il contributo affitto; essere cittadino italiano o di uno Stato dell’Ue o avere un regolare permesso di soggiorno, essere titolare di un contratto di locazione a uso abitativo.
A questi requisiti “base” se ne aggiungono altri altrettanto importanti: l’essere in regola con i pagamenti del canone di affitto e anche con il contratto di locazione, che deve essee registrato; non essere proprietario di altri immobili, nè avere altre agevolazioni, non devi essere assegnatario di alloggi e di edilizia agevolata convenzionata. Insomma, per ricevere il Bonus in questione non bisogna beneficiare di altri sostegni economici per il pagamento dell’affitto.
Infine bisognerà avere un reddito al di sotto della soglia ISEE decisa dal proprio Comune di residenza.Per quanto riguarda il valore ISEE, dovrà essere inferiore ai 16 mila euro per poter avere un contributo di circa 495 euro. Se l’ISEE è compreso tra i 16 ed i 30 mila euro. si avrà diritto ad un bonus pari a circa 247 euro. La documentazione necessaria va presentata online, accedendo attraverso SPID, CIE o la Carta Nazionale dei Servizi. Il Comune, una volta raccolte tutte le domande, stilerà prima una graduatoria provvisoria e poi definitiva. L’importo a disposizione verrà diviso dal Governo tra le regioni e queste ultime dovranno, infine, suddividere la cifra, a loro volta, tra i propri comuni.