Leggero rallentamento in marzo, portandosi sotto il 15%, la crescita delle sofferenze bancarie in Italia, mentre si rimpicciolisce ancora il flusso del credito all’economia, soprattutto verso le imprese. Secondo i dati diffusi oggi da Banca d’Italia nel comunicato sulle ‘principali voci dei bilanci bancari‘, il tasso di crescita delle sofferenze sui dodici mesi è risultato pari al 14,9%, rispetto al 15,3% di febbraio, tuttavia il dato non è corretto per le cartolarizzazioni ma tiene conto delle discontinuità statistiche, specifica Bankitalia.
In valore assoluto, i crediti conosciuti sotto nome di ‘non-performing‘ risultavano a fine marzo a 189,519 miliardi di euro dai 187,257 del mese scorso, con un valore di realizzo stimato da Bankitalia a 80,912 miliardi pari al 42,7%, dai precedenti 79,313 miliardi ovvero il 42,4%.
Nuovamente in contrazione, sebbene molto meno marcata, l’attività creditizia verso il settore privato: in marzo la flessione complessiva su base annua è dell’1,5% dal -2% del mese prima. Nel dettaglio, i prestiti alle imprese sono scesi del 2,2% dopo il -3% di febbraio, mentre quelli alle famiglie sono calati al ritmo dello 0,3%, dopo il -0,4% di febbraio.
Riguardo il fronte della raccolta bancaria la crescita dei depositi del settore privato è stata del 3,3% annuo a marzo, rispetto al 4,3 di febbraio; la raccolta obbligazionaria, che include i prestiti detenuti dal sistema bancario, fa segnare una riduzione del 17,5% su base annua dopo il -19,2% del mese precedente.
Per quel che riguarda infine i tassi, in marzo quelli sui finanziamenti concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono risultati pari in media a 2,95% rispetto al 3,01% del mese precedente, mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo passano a 8,48% da 8,64%.
I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle aziende di importo fino a un milione di euro sono pari a 3,09% da 3,26%, quelli sui nuovi finanziamenti di importo superiore al milione passano a 1,77% da 1,83%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere risultano pari a 0,65% da 0,66%, conclude il comunicato di Bankitalia.