Aumenti record in 10 anni. Allarme da Codacons

Gli aumenti nei servizi pubblici negli ultimi dieci anni sono stati altissimi e Codacons lancia l'allarme. A risentirne il bilancio delle famiglie, che stentano a sopperire a tutte le necessità, vista la crisi economica

Aumenti record in 10 anni. Allarme da Codacons

Aumenti record negli ultimi dieci anni. A dare l’allarme è la Cgia di Mestre, secondo cui le tariffe dei servizi pubblici sono aumentati in maniera spropositata: l’acqua è cresciuta dell’85,2%, i rifiuti dell’81,8%, i pedaggi autostradali del 50,1% e i trasporti urbani del 49,6%. A subire un calo significativo, solamente i servizi telefonici, diminuiti del 15,9%.

Le liberalizzazioni, dunque, non hanno dato gli effetti sperati, anche se la bolletta dell’acqua, nonostante i rincari, rimane sempre la più bassa d’Europa. Diverso è il discorso per il servizio rifiuti, che vede aumentare sempre più le bollette anche se aumenta la raccolta differenziata. Spese che le famiglie faticano a sostenere, soprattutto quelle fasce monoreddito che hanno difficoltà continue.

Secondo Bertolussi, presidente della Cgia, la maggior parte dei rincari sono condizionati dal carico fiscale, che pesa notevolmente sulle bollette della luce e del gas, e che va ad appesantire i consumi. Anche se si paga di più, al tempo stesso diminuisce la qualità dei servizi. L’unico settore ad avere le tariffe amministrate è il servizio taxi, che viene gestito dalle delibere comunali, e che nonostante gli aumenti non è cresciuto tanto quanto gli altri.

Bertolussi non vuole dare l’impressione che si voglia tornare ai servizi amministrati dai cittadini, ma mira a segnalare che le liberalizzazioni non hanno portato grandi vantaggi agli italiani. E conclude dicendo: “Invitiamo il Governo Renzi a monitorare con molta attenzione quei settori che prossimamente saranno interessati da processi di deregolamentazione. Non vorremmo che tra qualche anno molti prezzi e tariffe, che prima dei processi di liberalizzazione/privatizzazione erano controllati o comunque tenuti artificiosamente sotto controllo, registrassero aumenti esponenziali con forti ricadute negative per le famiglie e le imprese”.

Un monito che il governo deve prendere in considerazione, in virtù del fatto che la crisi economica ha diminuito le spese ma ha anche provocato pesanti perdite di posti di lavoro che hanno conseguentemente ridotto il potere d’acquisto delle famiglie. L’aumento delle spese per quanto riguarda i servizi pubblici è da controllare per garantirne l’accesso e i consumi.

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