L’Assegno Unico è la misura economica a sostegno delle famiglie con figli a carico istituita con legge delega 46/ 2921 che, secondo i piani del Governo Draghi, dovrebbe diventare operativa a partire dal 1 gennaio 2022 e varrà dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 21esimo anno di ogni figlio fiscalmente a carico.
Si chiama Assegno Unico perchè, a fronte di un’unica prestazione economica erogata in base all’Isee, accorperà 6 misure: detrazioni Irpef sui figli a carico, assegni al nucleo per figli minori, assegni per le famiglie numerose, Bonus Bebè, il fondo natalità per la garanzie sui prestiti, il premio della nascita.
Come richiedere l’Assegno Unico “ponte”
Nell’attesa che la misura dell’Assegno Unico e universale entri a regime, alcune famiglie, in possesso di determinati requisiti, in via provvisoria, dal 1 luglio al 31 dicembre, potranno richiedere l’Assegno Unico “ponte”. Le domande potranno essere presentate a partire dal 1 luglio fino al 31 dicembre, mentre il 31 ottobre sono scaduti i termini per richiedere gli arretrati precedenti al 1 luglio.
Il richiedente, munito di attestazione Isee valida, potrà fare richiesta in modalità telematica, sul sito dell’Inps, o mediante contact center integrato, chiamando il numero verde 803-164, gratuito da rete fissa o 06164164 da rete mobile a pagamento.
Gli importi
L’assegno temporaneo ha un importo minimo di 30 euro ed un massimo di 217,8 euro, calcolato sulle condizioni reddituali delle famiglie. La quota verrà data a ciascun figlio dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, mese dopo mese, maggiorato dal terzo figlio e nel caso di bambini disabili.
La quota, per tutti, dipende dal reddito, quindi le famiglie meno abbienti riceveranno di più, le più ricche avranno solo la quota base. Avranno diritto all’assegno unico i nuclei fino a 50 mila euro di Isee. Le famiglie con Isee fino a 7000 euro avranno 217,8 euro a figlio se hanno almeno 3 figli, mentre sono previsti 50 euro in più per ciascun figlio disabile. Potrà accedere a questa misura chi paga le tasse in Italia e sia residente nel nostro Paese da almeno 2 anni, i cittadini italiani e Ue e quelli titolari di permesso di soggiorno o per motivi di lavoro o di ricerca almeno semestrale.