Zia Martina, l’assoluzione della maestra di Bari e le sue parole in TV: il caso che divide l’opinione pubblica

Daniela Casulli, conosciuta online come “Zia Martina”, è stata assolta in appello dalle accuse più pesanti a suo carico e ha raccontato la propria versione dei fatti in televisione.

Zia Martina, l’assoluzione della maestra di Bari e le sue parole in TV: il caso che divide l’opinione pubblica

La vicenda giudiziaria di Daniela Casulli, 48 anni, docente di Bari e figura molto nota sui social con il nome di “Zia Martina”, è tornata al centro dell’attenzione dopo la sua partecipazione a una trasmissione televisiva. Nelle ultime settimane, la Corte d’Appello di Bari ha ribaltato la condanna inflitta in primo grado: non è stata riconosciuta colpevole di produzione o diffusione di contenuti illeciti e le principali contestazioni formulate dagli inquirenti sono cadute.

Da qui la scelta della donna di rilasciare un’intervista, rivendicando la propria innocenza e spiegando come abbia vissuto gli ultimi anni, segnati da indagini, sospensioni dal lavoro e un forte clamore mediatico. Durante il colloquio televisivo, Casulli ha esposto con fermezza la propria posizione giuridica, rifacendosi alla normativa italiana che, da quasi un secolo, stabilisce la soglia dei 14 anni come limite minimo per il consenso nei rapporti intimi.

Una formulazione legale che non elimina tutte le complessità di situazioni simili, soprattutto quando esiste un rapporto di ruolo o un’età significativamente diversa tra le persone coinvolte. La sua prospettiva ha inevitabilmente suscitato reazioni contrastanti: da un lato chi sottolinea la necessità di attenersi a ciò che stabilisce la legge, dall’altro chi richiama l’importanza del ruolo educativo di un adulto e dei doveri professionali di un insegnante.

Molti degli episodi contestati risalgono al 2021, quando la docente fu indagata e sottoposta a restrizioni personali dopo la diffusione di alcuni video e messaggi privati. La sentenza d’appello, pronunciata dopo un’attenta analisi delle prove, ha escluso un coinvolgimento diretto in condotte più gravi di quelle inizialmente ipotizzate, certificando l’assenza di elementi tali da configurare un reato collegato alla produzione di materiali illeciti.

Nel corso dell’intervista, la maestra ha affermato di non aver mai cercato consapevolmente contatti con persone al di sotto della soglia legale e di aver realizzato, con il tempo, l’impatto sociale e umano che la vicenda ha generato. Ha inoltre dichiarato di voler cambiare vita, di aver tratto una lezione personale dalla propria storia e di aspirare ora a intraprendere la strada del diritto, eventualmente per svolgere la professione di avvocato. Il caso di “Zia Martina” resta comunque un punto di discussione molto acceso nel Paese. Da un lato l’esito giudiziario, che restituisce alla donna una piena innocenza rispetto alle accuse più gravi. Dall’altro la riflessione sociale che ne deriva: qual è il confine tra libertà individuale e responsabilità adulta? Quali cautele dovrebbero adottare persone con ruoli educativi nel relazionarsi con adolescenti?

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