Yara, sequestrati altri abiti e documenti a casa di Bossetti

Gli inquirenti perquisiscono per la terza volta la casa del muratore, che è in carcere da 40 giorni accusato di avere ucciso la ragazza di Brembate. Tra gli oggetti sequestrati, anche una lettera alla moglie per San Valentino

Yara, sequestrati altri abiti e documenti a casa di Bossetti

Una perquisizione nella casa di Bossetti ha permesso di sequestrare un aspirapolvere, un paio di scarponi da lavoro, un giubbotto nero e perfino una lettera scritta alla moglie Marita in occasione di un San Valentino. Tra gli oggetti vi è anche una foto di famiglia e soprattutto una moltitudine di documenti contabili e fatture che fanno riferimento alla sua attività lavorativa. Questo è ciò che gli inquirenti hanno sequestrato nella casa del muratore a Mapello, dove l’uomo risiedeva fino a prima di essere tratto in arresto. Infatti, Bossetti è nel carcere di Bergamo da oltre 40 giorni con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio.

La casa di Bossetti dovrebbe tornare a breve a disponibilità della famiglia, poiché qualche giorno fa la Procura ha disposto il dissequestro dell’immobile, perché gli accertamenti all’interno dell’abitazione sono finiti. Gli avvocati di Bossetti però stanno riflettendo sulla decisione di impugnare il verbale dell’ultima perquisizione, che è stata ben la terza dopo l’arresto, visto che non erano stati avvertiti dai pm. Gli inquirenti infatti si sono presentati senza preavviso e i legali del muratore potrebbero protestare con ragione dell’intrusione, poiché avevano diritto, in qualità di difensori, di essere interpellati. Le indagini proseguono e piccoli elementi si aggiungono ma non portano prove evidenti che il Bossetti sia proprio l’autore del delitto di Yara. A stabilire la presenza del muratore è solo quel benedetto Dna, che si dovrà ricostruire come è finito tra i leggings della ragazzina.

Atri elementi come la presenza del cellulare e del furgone nel luogo in cui Yara frequentava la palestra concorrono ad aggravare la sua posizione e nuovi particolari aumentano i sospetti sull’uomo, il quale finora si è sempre proclamato innocente. Il dna è solitamente una prova inconfutabile a stabilire un’accusa, ma basterà in questo caso a provare la colpevolezza di Bossetti? Nuovi colpi di scena si attendono; gli inquirenti non tralasciano alcuna pista, neanche quella che porta alla complicità di un secondo soggetto che avrebbe aiutato il muratore a compiere il delitto. Speriamo che la verità venga presto a galla e che il vero colpevole paghi per la morte di un’innocente ragazzina con un futuro splendido davanti a sé.

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