Si chiamava Aaron Alexis, il 34enne che ieri si è introdotto nella base di Navy Yard, il quartiere generale della Marina militare, ed ha aperto il fuoco uccidendo 13 persone e ferendone una decina, prima di essere ucciso dai cecchini della polizia.
L’uomo, originario del Texas, lavorava alla Navy Yard con un contratto a tempo determinato come consulente nel settore tecnologico, ma, secondo alcune fonti, aveva recentemente perso il posto. Inoltre, era un veterano della marina congedato nel 2011 a causa di alcuni episodi di “Cattiva condotta”, al quale era stato diagnosticato il “Post-traumatic stress disorder”.
Circostanze che potrebbero aver scatenato la sua follia omicida, anche se gli inquirenti non hanno ancora accertato il movente di questo folle gesto.
Il sindaco di Washington, Vincent Gray, in una conferenza stampa durante la notte, ha precisato che non ci sono i segnali che possano ricondurre ad un atto terroristico.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è subito intervenuto affermando che si è trattato di “Un atto di codardia che ha colpito militari e civili qui, in casa nostra”, ed ha assicurato che verrà fatta luce sull’attacco. Il presidente Usa ha definito le vittime degli “Americani coraggiosi” che erano consapevoli del rischio che si correva a prestare servizio oltremare, ma non si sarebbero aspettati “una violenza così inimmaginabile” in patria. La Casa Bianca ha fatto sapere che Barack Obama viene aggiornato in frequenti briefing sugli sviluppi della situazione.