Violenza su minori, dati shock: "I più grandi stupratori sono minorenni"

Nel corso della Giornata internazionale dei diritti delle bambine in calendario per oggi, sono emersi dati shock riguardanti la violenza sui minori: la maggior parte degli stupratori è minorenne.

Violenza su minori, dati shock: "I più grandi stupratori sono minorenni"

La violenza sui minori è uno dei reati peggiori che possano essere compiuti, dal momento che le cicatrici lasciate da episodi altamente traumatici possono avere pesantissime ripercussioni nell’età adulta e compromettere non solo la qualità della vita di una persona, bensì addirittura la salute del suo stato mentale.

Per questa ragione negli ultimi anni si è moltiplicata l’attenzione delle forze dell’ordine e delle associazioni a salvaguardia dei diritti dei bambini nei confronti degli abusi perpetrati a danni di minori. Tuttavia quest’oggi, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle bambine, sono state rese note statistiche che hanno destato grande preoccupazione attorno a questo fenomeno.

L’indagine – intitolata “Indifesa” – è stata condotta dalla Federazione internazionale Terre des Hommes, una rete di 11 differenti associazioni unite allo scopo di intervenire a salvaguardia dei bambini e dei diritti fondamentali di ogni essere umano, ed ha prodotto risultati sconcertanti. Ogni 5 minuti nel mondo una ragazza muore in seguito ad una violenza, e solamente in Italia nel 2015 sono stati registrati 5.080 abusi su minori (ai quali vanno aggiunti quelli non denunciati).

Nel 60% dei casi le vittime di violenza sono state di sesso femminile, mentre nel restate 40% erano maschi. In particolare è stato registrato un forte incremento di maltrattamenti in famiglia, stimati in 1.442 casi (+24% rispetto al 2010, con una crescita esponenziale allarmante negli ultimi cinque anni). L’unico dato positivo è il calo di violenze sessuali e violenze sessuali aggravate, rispettivamente decresciute del -26% e -31%.

Tuttavia quando si considerano i casi di violenza su minori, uno dei dati più inquietanti è quello relativo all’età degli stupratori: la maggior parte di loro infatti non sono adulti bensì minorenni, i quali possono approfittare della parziale impunibilità per andare incontro a pene molto leggere anche in casi di stupro particolarmente efferati.

La chiusura è dedicata alla pedopornografia, che negli ultimi 5 anni ha subito un vero e proprio boom nel nostro Paese, facendo registrare un’impennata del +543%. In questo caso è bene tuttavia specificare che la legislatura italiana è ancora carente riguardo alle differenze tra il virtuale ed il non virtuale: se in Italia l’età del consenso è fissata a 14 anni (16 nel caso in cui il partner sia una figura di autorità), di contro viene considerata pornografia minorile – dunque reato – la realizzazione di materiale sessualmente esplicito con soggetti di età inferiore ai 18 anni.

Si tratta di un’incoerenza legislativa che ancora arrovella i giuristi nostrani, dal momento che ne deriva che l’immagine di un minorenne risulti, paradossalmente, molto più tutelata del suo stesso corpo.

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