La Stazione di Milano è divenuta un crocevia di sbandati, la situazione non è più gestibile e in molti si chiedono che provvedimenti intenda prendere l’amministrazione cittadina. L’assessore al Welfare di Milano, Pierfrancesco Majorino, ha commentato la vicenda Diallo con una tesi fantascientifica: per risolvere la situazione occorre semplicemente incrementare la politica sociale, e migliorare la gestione delle situazioni di emarginazione.
Quindi Majorino ha concluso dicendo che devono essere aumentate le attività culturali, di animazione, nel quartiere. Le parole dell’assessore hanno lasciato molti cittadini basiti, hanno incominciato a chiedersi se non sia assurdo parlare di attività culturali dinnanzi al degrado, agli sbandati, che circolano giorno e notte.
Occorre ricordare la vicenda Saidou Mamoud Diallo. Stava inveendo contro i passanti presenti alla Stazione di Milano, sguainando un coltello, un agente delle volanti intervenuto per sedarlo, si è preso una coltellata, per fortuna lieve. Mentre lo portavano in questura ha dato in escandescenze urlando che voleva morire per Allah. Diallo aveva presentato a Torino una richiesta di protezione internazionale che era stata bocciata: l’uomo non aveva fatto ricorso, preferendo perdersi fra gli invisibili.
I questori di Sondrio e di Cuneo, recentemente, avevano firmato un ordine di allontanamento dal Paese: Saidou era rimasto tranquillamente in Italia. Oscuro il passato di Diallo, non si è certi che questo sia effettivamente il suo vero nome, non ha mai avuto i documenti: in otto casi ha dato altri nomi, aveva con se uno zaino e un sacco a pelo, probabilmente da quando è giunto nel 2015 ha sempre vissuto per strada.
Il 6 settembre 2016, quando alla Stazione di Torino gli avevano chiesto il biglietto, aveva estratto un coltello, una delle tante aggressioni avvenute in Piemonte. Il pm di Milano Paola Pirotta ha chiesto la convalida del suo arresto e la misura cautela in carcere per tentato omicidio.