Il processo parte oggi da Rebibbia e arriva A via dei Lucani 22 a Roma, nello stabile dove ha trovato la morte Desiree Mariottini tra il 17 e il 18 ottobre di due anni fa. I pm sono sul posto come giudici ed avvocati. Partono alle dieci di mattina, il presidente della Corte, Paola Roja, affiancata dal giudice a latere Vincenzo Terranova.
Assente la madre di Desiree che non vuole rivedere quegli ambienti dove riecheggiano nelle stanze i momenti di terrore vissuti dalla figlia, assenti anche gli imputati, accusati di violenza sessuale, spaccio di stupefacenti e omicidio volontario. Le persone presenti sul luogo del delitto devono indossare abbigliamento e tenuta anticovid, guanti, mascherina e seguire tutte le procedure di sanificazione.
Quarantaquattro il numero di persone che hanno partecipato al sopralluogo chiesto dalla procura e disposto dalla Corte. Un museo degli orrori riaperto apposta, dove la boscaglia imperversa, rimasta intatta da anni, fiori all’esterno e dove campeggia la scritta Giustizia per Desiree , tappa obbligata per rivivere i momenti cruciali dell’inchiesta.
Alle dieci e mezza, la polizia giudiziaria ha tagliato la catena, messa mesi fa per impedire che spacciatori e senza tetto si riappropriassero di questi locali. Poi è stata la volta dei difensori degli imputati, gli avvocati Ilaria Angelini, Roberta Mancuso e Fabio Risi. Infine è toccato ai legali di parte civile, gli avvocati Claudia Sorrenti e Maria Belli. Alle tredici è stata riaperta via dei Lucani.
Come rivisitare un mausoleo rimasto intatto in questi due anni, dove la ragazza ha trovato la morte, tutto è rimasto invariato, ogni cosa a suo posto, quasi raccapricciante, si poteva ancora respirare nell’aria cosa fosse accaduto e impregnato in quelle pareti la notte di due anni fa , dove perse la vita rimasta li su quel letto in stato di semi-incoscienza senza che nessuno l’aiutasse.