Un altro caso di malasanità ha colpito, questa volta, la provincia di Monza e della Brianza. Siamo a Vimercate e una donna di 84 anni è morta per una trasfusione di sangue sbagliata. Il tutto è successo a venerdì e il motivo è semplice: un caso di omonimia ha causato lo scambio delle sacche con il sangue da iniettare.
L’ospedale prontamente ha ufficializzato la morte della donna e ha avvisato la Procura di Monza. Sono state avviate anche delle indagini interne per capire chi era il “responsabile” in quel momento e come sia potuta succedere una cosa simile.
La donna era ricoverata dall’8 settembre perché doveva operarsi chirurgicamente al femore. Non c’è stata alcuna complicazione durante il processo di trasfusione: tutto era stato eseguito a regola d’arte. Tutto, tranne una cosa: la corretta gestione delle sacche. A quel punto, l’organismo ha rigettato il sangue dell’altro gruppo e la donna è morta poco dopo.
Morta per una trasfusione: un errore evitabile
Poco dopo l’accaduto, è stato attivato un organo speciale che si occupa di controllare tutto ciò che riguarda le trasfusioni, in quanto è diritto e dovere capire cosa sia successo in ogni minimo dettaglio. Questo particolare organo si chiama Centro Nazionale Sangue e sarà affiancato da due specialisti della Regione Lombardia.
Nel giro di poco tempo, dunque, si ricostruirà con precisione “chirurgica” tutto quello che è successo, dal ricovero in ospedale fino agli ultimi istanti di vita della donna, che rispondeva al nome di Angela Crippa.
Un caso simile, l’ultima volta, si era verificano circa un anno fa, a Genova, ma quello scambio errato di sacche fu fatto a seguito di un trapianto di midollo. Dunque nelle sacche c’erano cellule apposite e non sangue.
Nel caso odierno, è stato spiegato da alcuni superiori che l’intento non è in primis quello di trovare il colpevole: “Non serve colpevolizzare, ma capire per migliorare le procedure laddove migliorabili”.