La notte di Capodanno del 2024 a Villa Verucchio, in provincia di Rimini, si è consumato un dramm@ che ha avuto un forte imp@tto mediatico e sociale: il maresciallo Luciano Masini, comandante della locale stazione dei carabinieri, ha spar@to e ucciso il 23enne egiziano Muhammad Sitta, intervenendo in una situazione estremamente critica.
A distanza di quasi un anno dai fatti, la giustizia si è espressa definitivamente: Masini è stato assolto dal gip del Tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli, che ha riconosciuto la necessità e la legittimità dell’intervento arm@ato del militare, archiviando l’indagine per eccesso colposo di legittima difesa.
La notte tra il 31 dicembre 2024 e il 1° gennaio 2025, Muhammad Sitta, visibilmente alterato e con una lama da 22 centimetri, ha @ggredito quattro persone in strada, provocando il panico tra i presenti. All’arrivo dei carabinieri, Sitta si è diretto verso Masini e una sua collega, minacciandoli a breve distanza. Come emerge sia dagli atti giudiziari che dalle ricostruzioni mediatiche, il maresciallo ha tentato ripetutamente di negoziare e di dissuadere il giovane, senza riuscirvi: il tentativo di dialogo si è rivelato impossibile, sia per la pericolosità del soggetto – che già aveva colpito gravemente altre persone – sia per il suo stato psicologico compromesso.
La reazione di Masini, secondo il giudice, è stata conforme ai protocolli dell’Arm@: il militare aveva con sé sia la pistol@ d’ordinanza che il tonfa (manganello sfollagente), ma l’uso di @rmi non letali era inadeguato di fronte a una minacci@ armata come quella rappresentata da Sitta. Lo spray al peperoncino, infatti, viene utilizzato solo per resistenze minori. Anche sp@rare in direzione dei piedi dell’@ggressore, azione realmente compiuta da Masini secondo i video e le testimonianze, non ha avuto l’effetto dissuasivo sperato:
Sitta ha continuato ad avanzare, rendendo inevitabile l’uso della pistol@. Il giudice ha quindi stabilito che l’agire di Masini “non ha travalicato la colpa eccedendola, ma ha reso necessaria e non evitabile la condotta tenuta, anche se è costata la giovane vita di un ragazzo”. La legittima difesa è risultata piena e totale, sia perché la situazione era di imminente rischio per la propria vita e per quella della collega, sia perché le alternative erano state tentate senza risultato.
Diversi rappresentanti istituzionali e cittadini hanno espresso pubblico sostegno a Masini, tra cui la sindaca di Polinago, Simona Magnani, che ha evidenziato la vicinanza e l’orgoglio della propria comunità per il maresciallo, originario del paese modenese. Anche l’avvocato difensore Tommaso Borghesi ha sottolineato come l’archiviazione confermi la piena correttezza dell’operato del carabiniere. Nonostante l’assoluzione, il caso ha suscitato un dibattito sia tra gli operatori della sicurezza che nell’opinione pubblica, divisa tra chi sottolinea la necessità dell’intervento arm@to per la tutela della collettività e chi rimarca la tr@gicità della scomparsa di un giovane, seppure @ggressore. Va ricordato che anche la Procura aveva chiesto l’archiviazione già nel giugno 2025, segno che gli elementi raccolti durante le indagini non lasciavano spazio a interpretazioni diverse da quella della legittima difesa.