In un periodo di estrema crisi lavorativa, dove chiunque farebbe qualsiasi cosa pur di avere un posto fisso di tutto rispetto. C’è chi, invece, il lavoro lo lascia incoscientemente da parte e lo mette a repentaglio per seguire ben altre passioni, in questo caso quelle calcistiche.
Sembra che due vigili urbani proprio non potessero perdersi le partite della loro squadra del cuore, l’Hellas Verona, e quando non riuscivano ad ottenere le ferie rimediavano recandosi dal medico curante e facendosi prescrivere un giorno di riposo a causa di lombosciatalgie e acciacchi vari che guarda caso accusavano sempre e solo nel fine settimana.
Questo giochetto non è però passato inosservato ai loro colleghi che hanno avviato un’indagine per smascherare l’inganno e non è stato neppure molto difficile coglierli sul fatto, visto che per andare allo stadio quando l’Hellas Verona giocava in casa passavano incuranti con lo scooter proprio davanti ai colleghi che invece allo stadio si recavano per svolgere il loro servizio pubblico.
Al vaglio del PM Maria Beatrice Zanotti, che ha chiesto il rinvio a giudizio per uno dei vigili urbani per l’ipotesi di truffa e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, ci sono le dichiarazioni degli agenti che lo pedinavano, i filmati a circuito chiuso degli stadi in cui si è recato in almeno quattro occasioni – anche se si pensa siano molte di più – e la registrazione degli ingressi riscontrabile attraverso la vendita dei biglietti, oltre al fatto che i tabulati telefonici lo collocano proprio nei pressi della struttura sportiva e non presso la sua abitazione come prescritto dai certificati medici.
E’ stata invece archiviata la posizione dell’altro Vigile Urbano, il quale sembra aver approfittato di una fasulla certificazione medica in una sola occasione per recarsi a vedere la partita in cui l’Hellas Verona sfidava la Juventus. Nel suo caso il suo avvocato è riuscito a dimostrare che la partita domenicale faceva parte di una terapia particolare consigliata allo stesso a fronte di un quadro clinico di una certa gravità in cui sembrerebbero presenti problemi di natura psicologica. Pur non ravvisandosi ipotesi di un reato penale, l’agente di Polizia Municipale rischia comunque pesanti sanzioni disciplinari.