"Vietato l’ingresso ai vaccinati", il cartello no vax in un negozio di Follonica

Davanti all'Ottica Valentina è spuntato un cartello che vieta l'ingresso ai vaccinati. "Sono più pericolosi dei non vaccinati", sostiene la titolare, che aggiunge: "Dobbiamo rigettare i documenti come la carta di identità, l'unico è il codice fiscale".

"Vietato l’ingresso ai vaccinati", il cartello no vax in un negozio di Follonica

Vietato entrare alle persone che hanno effettuato la vaccinazione negli ultimi 15 giorni“. Questa la dicitura di un cartello no vax affisso fuori dalla vetrina di un negozio di Follonica, località balneare in provincia di Grosseto in Toscana, che è ha generato una enorme pubblicità. Si tratta di un negozio di ottica la cui titolare, no vax convinta, gestisce un canale Youtube con decine di migliaia di iscritti e con questa trovata è riuscita ad attirare ancora di più l’attenzione su di sé.

Si tratta del negozio Ottica Valentina, che si trova all’incrocio fra via Roma e via Golino, a Follonica e la cui titolare è Valentina Fusco. “L’ho messo perché sono più pericolosi i vaccinati dei non vaccinati che fanno il tampone. Del resto sennò non si penserebbe di introdurre il tampone anche per i vaccinati no?“, ha commentato la donna alla stampa.

L’ottica optometrista è stata subito contraria a tutte le misure adottate per frenare la pandemia di Coronavirus fin dal suo inizio nel 2019. In particolare è contraria ai vaccini e al green pass, ed ha deciso di esporre questa provocazione nel suo negozio per aumentare l’attenzione verso le sue credenze.

La donna fa parte del gruppo Èquivaliamo Italia e gestisce un canale su YouTube con 19200 iscritti, dove quasi quotidianamente si collega in dirette estremamente lunghe sul tema del Covid-19. La donna si dichiara apolide ed è inoltre contraria ai documenti di identità, dichiarando come unico documento valido il codice fiscale.

Noi sappiamo chi siamo, dobbiamo rigettare i documenti che ci codificano come dei numeri, come la carta d’identità. Sono documenti che non mi appartengono più. Non ho bisogno che un Comune mi dica se io sono o non sono. L’unico documento valido e reale ancora oggi in essere è il codice fiscale”, sostiene la donna.

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