Vicequestore si toglie la vita in questura a Brindisi con la pistola d’ordinanza

Una vicequestore in servizio a Brindisi si è tolta la vita all’interno della questura utilizzando il proprio dispositivo di servizio, un gesto che ha lasciato profondamente segnati colleghi e comunità locale.

Vicequestore si toglie la vita in questura a Brindisi con la pistola d’ordinanza

Una mattina di inizio agosto ha visto un episodio molto grave all’interno della questura di Brindisi. Lunedì 4 agosto, poco dopo le 7:30, la vicequestore S.M., in servizio nella città adriatica da qualche anno, ha deciso di togliersi la vita utilizzando la pistola di ordinanza presente nel suo ufficio.

Nonostante l’intervento immediato del personale medico del 118, purtroppo non è stato possibile salvarla. La vicenda ha lasciato i colleghi della donna profondamente colpiti, ancora increduli di fronte all’accaduto. S.M., 35 anni, originaria della Sicilia, era arrivata a Brindisi nel settembre 2022 e ricopriva il ruolo di vicequestore aggiunto della Polizia di Stato.

Era sposata con un ispettore di polizia del commissariato di Mesagne e madre di una bambina di tre anni. Sul posto si è recato il procuratore facente funzioni Antonio Negro, che ha avviato le indagini per ricostruire con precisione le circostanze dell’evento. Al momento, non emergono dubbi circa la natura volontaria della scelta della donna. L’episodio mette in luce la complessità e la pressione del lavoro svolto quotidianamente nelle forze dell’ordine, spesso sottoposte a sfide psicologiche e professionali intense.

La vicenda richiama l’importanza di garantire adeguati strumenti di supporto e assistenza per chi opera in ambienti lavorativi così impegnativi. In queste ore, l’attenzione si concentra sul rispetto della riservatezza della famiglia e dei colleghi, oltre che sulla necessità di accompagnare chi resta in un momento così delicato. La comunità della polizia locale e cittadina si prepara a gestire questa situazione con la massima attenzione e sensibilità.

Il caso sottolinea l’urgenza di dedicare una maggiore attenzione alla salute mentale e al benessere psicologico di chi svolge ruoli di responsabilità e si trova spesso a fronteggiare situazioni complesse e stressanti. La vicenda è un richiamo a promuovere un ambiente lavorativo dove il supporto e la prevenzione siano sempre priorità fondamentali.

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