Vicenza, 16enne drogata e violentata dal gruppo: 3 persone agli arresti

L'amica l'ha attirata in villa dov'è stata poi costretta ad assumere droghe prima della violenza sessuale di gruppo. Tre persone sono ora indagate e agli arresti domiciliari.

Vicenza, 16enne drogata e violentata dal gruppo: 3 persone agli arresti

La terribile storia di violenza sessuale di gruppo arriva dalla provincia di Vicenza, dove sono finiti agli arresti domiciliari tre persone: due ragazzi marocchini di 27 e 28 anni della provincia di Verona, ed una italiana di 31 anni residente a Trissino, a Vicenza. Vittima dell’abuso è una 16enne italiana, figlia di due immigrati.

La vicenda è avvenuta nell’ottobre scorso; solo nella prima metà di novembre la giovane ha avuto il coraggio di parlare dell’accaduto con i genitori che hanno successivamente denunciato il gruppo e fatto così partire le indagini. Nonostante non siano state trovate prove concrete della violenza, i militari sono riusciti a individuare dei vecchi messaggi scambiati tra gli aggressori, in cui parlavano dell’accaduto accordandosi di far ricadere l’intera colpevolezza contro la giovane.

Di questi giorni è la notizia che vede la convalida dell’arresto del gruppo ma, nonostante la richiesta della Procura di Vicenza fosse la detenzione in carcere, da venerdì scorso, 3 maggio, i due 20enni e la 30enne italiana si trovano agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo su minore.

La ricostruzione dei fatti

Stando a quanto testimoniato dalla vittima, la 31enne italiana era un’amica stretta della giovane, ed è stata proprio questa ad invitarla presso la sua villa a Trissino per un fine settimana insieme, con il consenso della madre della minore. Qui si è consumata la terribile violenza.

La 16enne, così come ha raccontato ai genitori e poi agli inquirenti, è stata obbligata ad assumere hashish e cocaina. Quando la minore era particolarmente stordita è avvenuto l’abuso sessuale da parte di entrambi i ragazzi presenti. Nonostante le forti parole dette in aula di tribunale, la 31enne è rimasta impassibile, ed ha anzi continuato ad affermare che il rapporto è stato consenziente, ed anche aggiunto che la madre della minore era a conoscenza che la figlia si sarebbe recata nella villa di Trissino per “divertirsi”. 

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