Viareggio: bambino autistico senza cuffia, negato il bagno in piscina

Un bambino milanese di 3 anni in vacanza a Viareggio non ha potuto fare il bagno in piscina perché senza cuffia. La madre ha spiegato che il bambino è autistico e non tollera che gli siano toccate testa e orecchie, ma il gestore non ha voluto sentire ragioni.

Viareggio: bambino autistico senza cuffia, negato il bagno in piscina

E’ stato vietato il bagno in piscina ad un bambino disabile di tre anni in vacanza a Viareggio a causa della mancanza di cuffia per capelli. Lo spiacevole episodio è avvenuto nella località balneare toscana in provincia di Lucca, dove una famiglia milanese si trova in vacanza perché il mare aiuta molto il bambino, affetto da un caso grave di autismo.

Come molti altri bambini affetti da autismo, il protagonista della storia non tollera che gli vengano toccate testa ed orecchie, ed è quindi impossibile per lui portare una cuffia come imposto dai regolamenti della Asl. Quando il bambino, la madre e la nonna si sono recate presso lo stabilimento balneare convenzionato con l’albergo in cui alloggiano, il gestore non ha voluto sentire ragioni ed ha negato l’accesso alla piscina al bambino.

Mio figlio ha un grave disturbo dello spettro autistico e non riusciamo a fargli indossare la cuffia“, si sfoga la madre, “però starebbe continuamente nell’acqua, gli piace immensamente bagnarsi e vediamo che questo gli fa proprio bene”. Il gestore del bagno però non ha considerato la situazione particolare del piccolo e non ha voluto fare per lui una eccezione.

La scelta del gestore è obbligata dalla normativa in vigore, che dal 2017 sancisce l’obbligo di portare la cuffia in piscina, con sanzioni che fanno fino alla sospensione dell’autorizzazione dell’attività nei confronti di coloro che non fanno rispettare la legge. La stessa Asl conferma le ragioni del gestore, suggerendo a chi viaggia di portare un certificato medico che dimostri l’impossibilità ad indossare una cuffia.

La madre, purtroppo abituata a trovarsi davanti moltissimi paletti burocratici che non tengono conto delle difficoltà del figlio disabile, è riuscita a trovare un altro bagno in cui il gestore ha compreso la particolarità del caso ed ha concesso al bambino di divertirsi in piscina senza dover indossare la problematica cuffia.

Continua a leggere su Fidelity News