Via Poma: la Cassazione assolve definitivamente Raniero Brusco

Raniero Brusco, accusato e condannato in primo grado a 24 anni di reclusione per l’omicidio di Simonetta Cesaroni, è stato assolto in via definitiva in Cassazione. Per lui e la moglie la fine di un incubo; tanta delusione per la famiglia Cesaroni

Via Poma: la Cassazione assolve definitivamente Raniero Brusco

Ieri sera è arrivata la sentenza della Cassazione sull’omicidio di Simonetta Cesaroni che ha confermato l’assoluzione per Raniero Brusco.

Il fatto si è verificato nell’estate del 1990 a Roma, in via Poma, dove la giovane donna venne uccisa nel proprio ufficio ed il cui corpo è stato ritrovato dalla sorella e dal datore di lavoro. Brusco era stato condannato in primo grado a 24 anni di reclusione e poi assolto in appello per non aver commesso il fatto, ma la procura generale di Roma ha impugnato l’assoluzione. Anche il pg della Cassazione aveva chiesto l’annullamento della sentenza e richiesto un nuovo processo.

L’assoluzione di ieri sera pone un punto definitivo sulla vicenda perché l’assoluzione della Cassazione diventa adesso irrevocabile e definitiva. La fine di un incubo, dunque, per Brusco e per sua moglie Roberta Milletari, che commenta così la notizia: “Mio marito ed io siamo felicissimi, ci siamo liberati di un incubo. Adesso questa vicenda è finalmente sepolta” tra le urla di gioia di amici e parenti che gli sono sempre rimasti accanto, convinti dell’innocenza di Brusco.

Di diverso avviso invece la famiglia di Simonetta, che a distanza di così tanti anni si ritrova nuovamente al punto di partenza, senza un colpevole per la morte di Simonetta. “Siamo ovviamente delusi da questo verdetto di assoluzione perchè c’erano forti incongruenze. Adesso quello di via Poma resta un delitto senza colpevoli. Rimaniamo convinti che c’erano elementi importanti contro Busco”; queste le parole a caldo dell’avvocato Federica Mondani, difensore della famiglia Cesaroni.

Per gli esperti, invece, che hanno effettuato le perizie sul corpo di Simonetta Cesaroni, ci sono ancora diversi punti che non tornano sui quali bisogna continuare ad indagare: “Non c’erano prove che inchiodassero Raniero Busco, per tante ragioni. Via Poma resta un ‘cold case’: c’è da indagare su una serie di quesiti non ancora risolti. La verità può essere dietro l’angolo ma occorre riesaminare altri indizi” queste le parole di Vincenzo Mastronardi, docente di psicopatologia forense all’ Università La Sapienza di Roma, in merito al caso.

Dopo 24 anni quindi si ricomincia dal principio; si dovranno riconsiderare ipotesi e perizie, ma ciò che è certo è che bisognerà fare tutto il possibile affinchè questo terribile ed efferato omicidio abbia finalmente una spiegazione ed un esecutore. Questo è senza dubbio ciò che sperano anche i familiari di Simonetta, che adesso dovranno fare i conti con questa assoluzione.

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