Prosegue il processo a carico di tre medici dell’ospedale di Pescara Giulio Colella (infettivologo), Annamaria Pace e Antonio D’Incecco (psichiatri) accusati di delitto colposo per il decesso di Veronica Costantini, 33 anni, giovane mamma di Montesilvano. La donna era deceduta dopo due ricoveri per un edema cerebrale massivo, diagnosticato come “ipertensione endocranica maligna secondaria ed encefalite erpetica complicata da arresto cardiocircolatorio”. L’encefalite virale da herpes, che ha scatenato un’infezione fulminante, è stata al centro del dibattito in aula, con gli esperti della difesa che hanno fornito una ricostruzione scientifica mirata a dimostrare l’assenza di responsabilità mediche nel disperato epilogo. «Non c’è stata alcuna omissione da parte dei medici. L’aggressivita’ di questa infezione virale è stata di proporzioni enormi: un classico caso di encefalite fulminante», ha dichiarato Ildo Polidoro, esperto di Medicina legale, fornendo al giudice Nicola Colantonio una dettagliata analisi del caso. «Nella letteratura scientifica non ho riscontrato un quadro clinico simile, con un’evoluzione così rapida e bruttissimo».
Il decorso clinico e il brutto epilogo
Durante la sua testimonianza, Polidoro ha ripercorso le fasi della degenza di Veronica, dal suo primo accesso al pronto soccorso il 1° aprile 2019, quando si era presentata con forti mal di testa e febbre. I medici avevano eseguito gli accertamenti ritenuti necessari e, diagnosticata una sindrome influenzale con possibile associazione a emicrania a grappolo, la paziente era stata dimessa. Tuttavia, il peggioramento del suo stato di salute aveva portato a un secondo ricovero, con il successivo trasferimento nel reparto di Psichiatria a causa di uno stato confusionale progressivo. Il 6 aprile 2019, tre giorni dopo il secondo ricovero, Veronica è deceduta per il collasso del suo sistema neurologico e cardiocircolatorio.
Un caso estremamente raro
Il professor Giustino Parruti, primario di Infettivologia dell’ospedale di Pescara, ha sottolineato l’eccezionalità del caso: «Il decorso dell’encefalite che ha colpito Veronica è stato un unicum nella storia della letteratura medica. Si è trattato di un’encefalite catastrofica associata a una miocardite fulminante, sviluppatasi in una fascia di età in cui questi eventi sono estremamente rari. Parliamo di un caso su 100 milioni». Secondo Parruti, la gestione clinica della paziente non avrebbe subito ritardi diagnostici. «La situazione di paralisi immunitaria della giovane ha reso impossibile contrastare l’azione del virus, né con farmaci né con altri provvedimenti terapeutici. Purtroppo, l’evoluzione è stata catastrofica e imprevedibile».
Miglioramenti nei protocolli ospedalieri
Parruti ha inoltre evidenziato che, a seguito del caso di Veronica, il protocollo per la gestione delle encefaliti nell’ospedale di Pescara è stato migliorato. In particolare, l’elettroencefalogramma, esame che permette di individuare rapidamente segni di encefalite, è ora disponibile h24 in regime di urgenza. Tuttavia, ha ribadito che, nel caso specifico di Veronica, questa innovazione non avrebbe potuto cambiare l’esito: «La riattivazione virale massiva che ha colpito Veronica non sarebbe stata controllabile dagli antivirali in nessun caso».
Le tensioni in aula
L’udienza è stata segnata anche da momenti di tensione. La madre di Veronica ha seguito con attenzione gli interventi degli esperti, mentre una delle parti civili, rappresentata dall’avvocato Ernesto Torino Rodriguez (affiancato dai legali Maura Morretti e Anthony Aliano), ha sollevato un’eccezione per cercare di escludere la relazione di Parruti dal fascicolo processuale, sostenendo una presunta incompatibilità, dato che l’imputato Colella faceva parte del suo stesso reparto. Tuttavia, il giudice, dopo aver ascoltato il parere del pubblico ministero Andrea Papalia e dell’avvocato della difesa Augusto La Morgia, ha rigettato l’eccezione, consentendo la prosecuzione dell’istruttoria con le testimonianze programmate.
Prossime fasi del processo
La prossima udienza è fissata per il 2 aprile, quando saranno ascoltati i testimoni della difesa. Il processo continua a suscitare grande attenzione e attesa, sia per i risvolti giudiziari sia per il profondo dolore della famiglia di Veronica, ancora in cerca di risposte definitive sulla disgrazia che l’ha colpita.