La 70enne Maria Spadini, che viveva a Bovolone, in provincia di Verona, è stata uccisa a coltellate nella sua casa e, poche ore dopo questo efferato delitto, è arrivata la possibile svolta sul caso.
Dopo un lungo interrogatorio, l’alibi del figlio della donna, colui che avrebbe chiamato i soccorsi e lanciato l’allarme, non ha retto, fino al fermo e al trasferimento in carcere.
La ricostruzione del delitto
Paolo Bissoli, 52enne, disoccupato, era tornato a vivere con la madre, la povera Maria Spadini, dopo essersi separato dalla moglie. Ai carabinieri l’uomo aveva raccontato di essere rientrato in casa, trovando la madre senza vita in cucina. Quel che è certo è che gli investigatori, accorsi sul luogo, si sono trovati di fronte una scena agghiacciante.
La signora giaceva sul pavimento, tra la cucina e il salone, a terra, in una pozza di sangue e aveva ancora 2 coltelli da cucina piantati sulla schiena. Il corpo della vittima presentava, in altre parti, tracce di numerosi fendenti. Nella casa tutto era perfettamente in ordine, senza segni di effrazione, oggetti fuori posto, nulla di rubato, con i coltelli utilizzati per colpire a morte la donna, prelevati dallla cucina. Sin da subito si è esclusa l’ipotesi della rapina finita male o di un’aggressione compiuta da uno sconosciuto.
Ad insospettire la versione fornita dal Bissoli ai carabinieri: aveva detto di essere uscito presto la mattina, intorno alle 6:30, per poi tornare alle 8, e scoprire il cadavere…testimonianza risultata incongruente con i racconti raccolti dai carabinieri durante l’interrogatorio dei vicini. Bissoli alle 12 è stato portato in caserma ed interrogato dalla pm Maria Federica Ormanni.
Dopo molte ore, è scattato il fermo, di iniziativa del pm, per omicidio volontario aggravato. Dalle investigazioni è emerso che tra l’uomo e la madre i rapporti erano tesi e che spesso le discussioni sfociavano in litigi e pare che Bissoli avesse problemi con l’alcol, mentre la madre non tollerava che il figlio fosse senza lavoro. L’uomo, accusato di maltrattamenti, da un anno non viveva più con la moglie e con le figlie adolescenti che lo avevano denunciato. Di recente rinviato in giudizio, con processo a suo carico che inizierà ad ottobre, nel 2018 era stato arrrestato per doppio tentativo di rapina.