Verona, 13enne falciato da un pirata della strada

Si sarebbe potuto salvare Chris Obeng Abom, 13enne falciato da un'auto pirata lunedì sera. Secondo i medici, se l'autista lo avesse soccorso, forse il giovane non sarebbe deceduto martedì mattina dopo tre arresti cardiaci.

Verona, 13enne falciato da un pirata della strada

Aveva solo 13 anni Chris Obeng Abom, il 13enne travolto intorno alle 23,30 di lunedì 31 luglio mentre camminava sul ciglio della provinciale 12 dell’Aquilio, nel Veronese, da un’auto pirata che si è immediatamente data alla fuga senza sincerarsi delle sue condizioni. Il ragazzino è deceduto nella mattinata di martedì 1 agosto in ospedale, dopo aver subito tre rianimazioni nel corso della notte.

A falciare la giovane promessa del calcio è stato un operaio veronese di 39 anni, identificato ed individuato dai carabinieri, con piccoli precedenti penali, tra cui spaccio di stupefacenti e guida in stato di ebrezza. Sono stati fondamentali le riprese delle telecamere di videosorveglianza municipale, dotate di di un sistema di riconoscimento delle targhe, ed i resti della macchina rimasti sull’asfalto per riuscire a risalire all’uomo.

Chris, di origini ghanesi, avrebbe compiuto 14 anni il prossimo 2 settembre e giocava nella Polisportiva Negrar, oltre ad essere tesserato Figc. Lunedì sera aveva giocato a calcio con gli amici e stava tornando a casa, quando è stato falciato dall’auto pirata a San Vito di Negrar in Valpolicella, una strada molto trafficata e scarsamente illuminata. Dopo la fuga dell’investitore, il giovane ha passato un lungo lasso di tempo senza essere soccorso, prima che un passante si accorgesse della sua presenza.

Il 13enne è stato rianimato sul posto, ma ha poi subito altri due arresti cardiaci all’ospedale che non gli hanno lasciato scampo. Il giovane “poteva essere salvato se fosse stato soccorso” subito dopo, affermano i medici della terapia intensiva e d’emergenza dell’Azienda Ospedaliera universitaria di Verona. Le lesioni riportate non sarebbero infatti “compatibili con il decesso” da sole, in quanto il giovane ha perso la vita per “arresto cardiaco per ipossia da schiacciamento“.

Chris non doveva morire, era un ragazzo buono e solare”, si è sfogata la madre del 13enne, che da 20 anni vive in Italia insieme alla famiglia, composta oltre da lei dal padre pavimentista per una ditta modenese, un figlio 12 anni ed una figlia di 8 anni, nati e cresciuti in Italia come Chris.

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