Verbania, tragedia della funivia al Mottarone: sequestrati altri documenti e la scatola nera

Nella notte appena trascorsa i carabinieri hanno prelevato dalla sede della società i documenti ritenuti utili alle indagini, al vaglio la posizione di altre persone e non è escluso che ci possano essere altri indagati. Domani interrogatori di garanzia.

Verbania, tragedia della funivia al Mottarone: sequestrati altri documenti e la scatola nera

Prosegue spedita e senza interruzioni l’inchiesta giudiziaria per far luce sulle effettive responsabilità circa il disastro della funivia del Mottarone avvenuto domenica scorsa in provincia di Verbania. Come si sa, 14 persone sono morte nel crollo di una cabina dell’impianto di risalita: a bordo c’erano 15 passeggeri. Solo il piccolo bambino israeliano, Eitan, è sopravvissuto alla strage e adesso si trova ricoverato in prognosi riservata presso l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Nella notte appena trascorsa i carabinieri di Stresa si sono recati presso la sede della società che gestisce l’impianto per sottoporre a sequestro altri documenti. 

Si tratta di carte ritenute utili alle indagini. Nella mattinata di domani si terranno invece gli interrogatori di garanzia per le tre persone attualmente indagate e arrestate: si tratta di Luigi Nerini, titolare della Ferrovie Mottarone S.r.l. di Enrico Perocchio, direttore dell’esercizio e Gabriele Tadini, capo del servizio. A tutti e tre è contestata l’accusa di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime.

Sconcerto in tutto il Paese

Quanto accaduto a Stresa ha lasciato senza parole il mondo intero. Per gli inquirenti si è trattato di una negligenza effettuata con consapevolezza, in quanto il freno d’emergenza non era attivato. Sulla cabina della funivia c’erano ancora inseriti infatti i “forchettoni” che servono per non far entrare in funzione i freni d’emergenza, e si tratta di attrezzature che vengono solitamente usate durante gli interventi di manutenzione, l’ultimo in ordine di tempo effettuato il 3 maggio scorso. 

Visto che l’impianto stava presentando problemi da diversi giorni, a quanto pare sin dalla sua riapertura il 24 aprile scorso, gli indagati, con una scelta condivisa, avrebbero scelto di lasciare inseriti i “forchettoni”, questo per non far sì che l’impianto si bloccasse. Entrambi gli strumenti sono stati rinvenuti sulla scena dell’incidente. In queste ore è stata sequestrata anche la scatola nera.

Il perito nominato dai magistrati ha cominciato ieri i rilievi sul campo. L’inchiesta è coordinata dalla procuratrice capo di Verbania, Olimpia Bossi, a cui è affinacata la pm Laura Carrera. Gli interrogatori di garanzia saranno invece eseguiti dal gip Donatella Banci Bonamici: in quella sede potrebbero essere confermare le misure cautelari stabilite a carico degli indagati. 

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