Verbania, lo zio di una delle vittime: "Fa schifo pensare che siano morti per soldi"

A parlare all'Ansa è Corrado Guzzetti, zio di Mattia e Angelica. Mattia è morto con il padre 55enne e con la sua compagna durante il crollo della funivia a Stresa domenica scorsa. "Prima ci dicono che penseranno ai funerali e poi se lo rimangiano, unica vicinanza quella dei carabinieri".

Verbania, lo zio di una delle vittime: "Fa schifo pensare che siano morti per soldi"

Per la tragedia avvenuta domenica scorsa sul monte Mottarone, in provincia di Verbania, dove la cabina di una funivia è crollata al suolo uccidendo 14 persone, ci sono già le prime persone fermate. In queste ore cominciano anche ad arrivare i commenti dei famigliari delle vittime, che si dicono disgustati da quanto avvenuto. Infatti, secondo quanto fa sapere la Procura di Verbania, pare che le “forchette” che impediscono al freno di emergenza di attivarsi siano state lasciata lì, sulla cabina, questo in modo da evitare i continui blocchi dell’impianto, che andavano avanti da qualche tempo. Nessuno praticamente avrebbe messo in conto che uno dei cavi potesse spezzarsi, e secondo la procuratrice capo Olimpia Bossi, quando accadono questi episodi di negligenza spesso “ci si affida alla buona sorte”

All’Ansa ha parlato Corrado Guzzetti, zio di Mattia e Angelica, figli di Vittorio Zurloni, il 55enne di Vedano Olona (Varese) morto nella tragedia del Mottarone insieme alla compagna Elisabetta Persanini e al figlio Mattia. Anche loro domenica avevano pensato di prendere la funivia per raggiungere la cima dalla montagna. La nipote, Angelica, adesso dovrà fare i conti con il profondo dolore che ha scosso la loro famiglia e l’Italia intera.

Guzzetti: “Fa schifo pensare che siano morti per soldi”

“Dopo aver avuto i suoi genitori ammazzati proprio per un discorso di maledetti soldi, prima ci dicono che penseranno ai funerali e poi se lo rimangiano” – così dice Corrado Guzzetti pensando a quanto accaduto e alla conseguenze che la nipote Angelica dovrà affrontare. Mattia era il suo fratellastro. 

L’uomo afferma che delle parole per farli stare buoni la famiglia non se ne fa nulla, anche perché, al momento, l’unica vicinanza sincera è quella dei carabinieri di Stresa e Verbania. Anche gli inquirenti sono rimasti sotto shock per quanto avvenuto. “Fa schifo pensare che siano morti per i soldi, sempre i soldi stanno dietro a tutto” – così ha detto Guzzetti commentando appunto la notizie del fermo dei tre indagati.

Si tratta, lo ricordiamo, del titolare della ditta che gestisce l’impianto di risalita, del direttore e del capo del servizio. Tutti loro sono stati fermati con la gravissima accusa di omicidio colposo plurimo, disastro colposo aggravato con messa in pericolo della sicurezza dei trasporti e lesioni gravissime. Intanto potrebbero presto esserci nuovi indagati nell’inchiesta. Lo hanno appreso i colleghi dell’Ansa da fonti legali. Gli inquirenti stanno infatti valutando la posizione di altre persone anche in vista della consulenza tecnica che verrà disposta con la forma dell’accertamento irripetibile.

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