Omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime. Questa è l’accusa, pesantissima, che la Procura di Verbania ha emesso nei confronti di Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, in qualità rispettivamente di titolare, direttore e capo operativo della funivia Stresa-Mottarone. Qui infatti nella giornata di domenica scorsa si è staccata una cabina che è precipiata al suolo, uccidento 14 persone su un totale di 15 passeggeri. La procuratrice che segue il caso, Olimpia Bossi, è anch’essa sconvolta da quanto sta emergendo in sede di indagine.
Per la Procura quella di disattivare il freno d’emergenza lasciando attaccata la cabina alle “forchette” è stata una scelta assolutamente consapevole. Gli indagati avrebbero agito così in quanto si sarebbero fidati della “buona sorte”. Da diversi giorni, e sin dalla sua riapertura, avvenuta il 26 aprile scorso, l’impianto stava dando problemi, per cui, per ovviare agli inconvenienti e ai numerosi blocchi si sarebbe deciso di far circolare la cabina in quello stato.
L’ultimo intervento di manutenzione
Tra l’altro l’ultimo intervento di manutenzione sarebbe stato effettuato il 3 maggio scorso dalla società Leitner di Vipiteno: i tecnici non erano però riusciti a risolvere completamente il problema. La funivia molto probabilmente necessitava di interventi di manutenzione più impegnativi e costosi, per questo l’impianto avrebbe dovuto essere chiuso del tutto.
Per “bypassare” l’incoveniente dei continui blocchi dell’impianto, gli indagati avrebbero deciso di lasciare inserita la “forchetta” che impedisce al freno d’emergenza di attivarsi. Sulla cabina caduta ve ne erano due di questi dispositivi: un’altra “forchetta” è stata ritrovata questa mattina a poca distanza dal luogo del disastro.
Tra l’altro, ulteriore elemento al vaglio dell’indagine, è che tra i dipendenti della società Leitner comparirebbe proprio il nome di Tadini, responsabile operativo della funivia. “Credo che l’impianto, gestito dalla società, abbia plurimi dipendenti. Verificheremo se anche il personale sapeva, il che non significa che fosse una loro decisione” – così ha concluso la sua intervista ai media nazionali la procuratrice Olimpia Bossi dopo aver tenuto una conferenza stampa, in cui ha aggiornato gli operatori dell’informazione circa lo stato delle indagini.