Proseguono spedite le indagini della Procura di Verbania per quanto riguarda la strage avvenuta sul Mottarone domenica, dove, come si sa, una cabina della funivia è precipitata nel vuoto uccidendo 14 persone su un totale di 15 passeggeri. Nel registro degli indagati sono finite già tre persone: si tratta del titolare della ditta che gestiva l’impianto, del direttore e del capo del servizio. I tre avrebbero ammesso di non aver attivato nessun freno d’emergenza, questo per evitare ulteriori disagi, visto che dopo alcuni interventi di manutenzione l’impianto dava dei problemi. Per cui la “forchetta” che tiene i cavi di soccorso e traenti era stata lasciata lì.
Non avevano però messo in conto che qualche cavo, un giorno, avrebbe potuto spezzarsi. Ma quella del freno non sarebbe l’unica causa del crollo della cabina. In queste ore, infatti, starebbe emergendo un’altra circostanza, ovvero che i cavi traenti e di soccorso fossero corrosi dall’umidità, in quanto l’ultima loro sostituzione sarebbe avvenuta circa 23 anni fa, tra il 1997 e il 1998.
Fulmine potrebbe aver fuso i refoli
A questo si deve aggiungere quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica scorsi, quando un violento temporale si è abbattutto sulla zona. Non si esclude, infatti, che un fulmine possa aver colpito il cavo fondendo i refoli. Proprio in seguito a questa circostanza il filo si sarebbe spezzato, e visto che il freno di emergenza non era attivato la cabina sarebbe caduta a grande velocità sul filo.
Una velocità che sarebbe stata vicina ai 100 chilometri orari, almeno secondo chi indaga. La cabinovia avrebbe quindi colpito un pilone per poi staccarsi dal cavo e sfracellarsi al suolo dopo un volo di 20 metri. Almeno nove persone sarebbero state sbalzate immediatamente fuori dalla cabina.
Per la procuratrice Olimpia Bossi, il fatto che sulla cabinovia ci fosse ancora la “forchetta”, dimostrerebbe che non si è trattato di una dimenticanza. “C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione” – così spiegano gli inquirenti. Nelle prossime ore si attendono ulteriori informazioni da parte dell’autoritò giudiziaria.