Una ragazza di Civitaquana, un paese in provincia di Pescara, ha deciso di abortire all’ottavo mese di gravidanza perché ha interrotto la relazione con il suo compagno. La ragazza, che ha solo 20 anni, ha eseguito l’intervento in una struttura non abilitata dal servizio nazionale, e ha poi nascosto il feto per paura di essere scoperta. Ad aiutarla in questa terribile vicenda sono state le stesse persone che l’hanno fatta abortire, e che hanno praticato questo scempio oltre il limite del tempo entro il quale è consentito.
Il fatto è accaduto alcuni mesi fa, nel periodo tra fine gennaio e primi di febbraio, ma a confessare l’amara verità è stata la donna dopo il suo arresto avvenuto il 3 aprile. Dalle indagini effettuate dai carabinieri è emerso che la donna era sposata con un uomo marocchino di 28 anni, da cui poi si era separata mentre aspettava il bambino. Forse spaventata da come avrebbe potuto mantenere il piccolo o da altri motivi ancora sconosciuti, la donna ha preso la tragica decisione di abortire, quando era già all’ottavo mese di gravidanza.
Una decisione anche pericolosa, perché la donna ha messo a rischio anche la propria vita, oltre ad uccidere un bambino che era già pronto per nascere. Adesso la ragazza è accusata di infanticidio, e la procura sta anche svolgendo delle indagini approfondite su un ginecologo e un infermiere che potrebbero essere direttamente coinvolti in questa vicenda. Praticare un aborto nei primissimi mesi di gravidanza è diverso che farlo all’ottavo mese, quando già il nascituro è quasi pronto per venire al mondo, perché è quasi come commettere un omicidio. Inoltre, le persone senza scrupoli che hanno aiutato la ventenne ad abortire avrebbero dovuto riflettere sulla tragica situazione a cui andavano incontro, e ai rischi che avrebbe corso la ragazza nel praticare l’aborto.
Questa triste vicenda dimostra come tante volte una donna può non essere ancora pronta a diventare madre, e che anche a vent’anni si può essere impreparati a percorrere un cammino così difficile. La ragazza avrebbe dovuto confidarsi con qualche familiare prima di compiere un’azione così avventata, che lascerà segni non solo nel fisico ma anche nella psiche.