21 detenuti sono morti in Venezuela per aver assunto un cocktail di farmaci letali.
Una vera e propria rivolta quella di questi detenuti contro i trattamenti e le “violazioni dei diritti umani” all’interno del carcere Uribana, nel sud del paese, dove erano recluso. I detenuti erano in sciopero della fame da lunedì ma poche ore fa hanno deciso di attirare ancora di più l’attenzione ingerendo una serie di farmaci, creando però quello che i media del luogo hanno definito “cocktail della morte”, che non gli ha dato scampo.
I detenuti morti sono 21 in totale ma le persone coinvolte nella protesta sono decisamente più numerose. Un vero e proprio ammutinamento quello a cui hanno assistito le autorità del carcere, che durante la rivolta hanno abbandonato la prigione. È stato proprio questo loro gesto a consentire ai detenuti di poter accedere all’infermeria e di conseguenza anche ai farmaci, che hanno poi ingerito.
Le autorità parlano di un vero e proprio cocktail di farmaci mortale, che comprendeva “antibiotici, anti-ipertensivi, antiepilettici e alcol” e che “ha provocato l’intossicazione di un consistente numero di prigionieri”.
Per difendersi dall’insubordinazione dei detenuti e dalle accuse pesanti rivolte proprio alla gestione del carcere che a loro dire violava completamente ogni diritto umano, le autorità del carcere di Uribana hanno fatto sapere che la struttura “fa parte dei 70 centri di reclusione del Paese dove viene applicato il nuovo regime penitenziario nazionale che supera il vecchio modello del passato, caratterizzato dalle deplorabili condizioni di anarchia e violazione dei diritti umani”.
Una vicenda davvero terribile, che sta attirando l’attenzione di tutto il paese e del mondo intero e che riapre ancora una volta la questione delle carceri e delle condizioni di vita alle quali sono costretti i detenuti al loro interno. Una problematica vicina anche al nostro paese e che ha fatto parecchio discutere.