Venezia: licenziata mentre era in coma, liquidata con circa 6 mila euro

Una poliziotta veneta finisce in coma, per cause ancora da chiarire, 26 mesi fa. I familiari oltre a cercare la verità sulla morte della figlia, sono indignati, in quanto la giovane è stata licenziata mentre era ancora in coma con soli 6 mila euro.

Venezia: licenziata mentre era in coma, liquidata con circa 6 mila euro

Maria Teresa Sissy Trovato era un’agente della polizia penitenziara di origine calabrese, ma in servizio nella città di Venezia. Sissy è deceduta ieri, dopo 26 mesi di coma, il giorno del suo compleanno, avrebbe compiuto 29 anni.

Sissy era in coma dal 1 novembre del 2016, quando un proiettile esploso dalla sua arma l’ha colpita alla testa, mentre si trovava nell’ascensore dell’ospedale civile di Venezia, dove si trovava per controllare le condizioni di una detenuta che aveva appena partorito. Perché sia partito un colpo dalla pistola dell’agente ancora non è chiaro.

L’indignazione dei genitori

Salvatore e Caterina, genitori della ragazza, insieme al resto dei familiari, sono alla ricera della verità e non hanno alcuna intenzione di arrendersi. Il papà ha dichiarato che la giovane ha lottato per 26 mesi, come una leonessa, per rimanere in vita, quindi non crede all’ipotesi del suicidio. Inoltre ritiene che le spiegazioni fornite finora non siano sufficenti a cancellare i suoi dubbi. Infatti, sono riusciti ad ottenere dalla Procura di Venezia un prolugamento delle indagini, con la speranza che questa volta salti fuori la verità.

Inoltre i genitori della ragazza sono indignati con le istituzioni, si sentono abbandonati, in quanto nel mese di febbraio, mentre la loro figlia era ancora in coma, è stata licenziata, con una liquidazione di soli 6700 euro. Il papà ha dichiarato: “questo valeva per lo Stato la vita di mia figlia”.

Ad aggiungersi al dolore dei familiari di Sissy ci sono il Dipartimento della polizia penitenziaria, che attraverso una nota chiede anch’essa la verità per Sissy; le associazioni Penelope Italia Onlus e Gens Nova Onlus, che si occupano dei diritti delle persone scomparse e delle vittime dei crimini più crudeli. I loro presidenti, Antonio Maria La Scala e Stefano Tigani, attraverso una nota hanno ricordato alle autorità che scoprire la verità è un  dovere nei confronti delle vittime e dei loro cari.

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