A Venezia la sicurezza urbana affronta un dilemma paradossale: cittadini impegnati a prevenire furti vengono ora denunciati dai sospetti borseggiatori. I “Cittadini non distratti”, un gruppo nato per segnalare i furti e tutelare residenti e turisti, hanno iniziato da anni a filmare i tentativi di scippo e a dare allarme in calli e imbarcaderi.
L’obiettivo era semplice: creare prove utili e sensibilizzare chi si muove in città. Tuttavia, i filmati postati sui social e le segnalazioni dirette hanno provocato l’effetto opposto, diventando strumenti legali nelle mani dei presunti ladri, che denunciano i cittadini per violazione della privacy, stalking e, nei casi di trattenimento in attesa della polizia, sequestro di persona. Il comandante della Polizia locale, Marco Agostini, sottolinea come la normativa attuale non permetta ai cittadini di sostituirsi alle forze dell’ordine: i reati di borseggio non sono perseguibili d’ufficio, e trattenere un sospetto potrebbe comportare accuse ai danni di chi interviene.
“Purtroppo non possiamo fare nulla perché mancano norme nazionali efficaci – spiega Agostini – Ho sempre detto che i cittadini non devono sostituirsi alla polizia e questo è il risultato”. La situazione riflette un vuoto legislativo che lascia i cittadini esposti e la città in balia dei furti, mentre le segnalazioni preventive rischiano di trasformarsi in strumenti legali contro chi le compie.
Monica Poli, nota come “Lady Pickpocket”, descrive la situazione come un’assurdità: «Se davvero i borseggiatori denunciano chi li segnala, siamo alla follia pura. Noi che abbiamo evitato decine di scippi rischiamo di diventare colpevoli». Il fenomeno ha visto negli ultimi mesi episodi anche violenti, con l’uso dello spray al peperoncino e furti durante messe o in spazi pubblici, aumentando la percezione di insicurezza tra cittadini e turisti.
Sul fronte politico, il sindaco Luigi Brugnaro propone l’introduzione di un avvocato speciale che, similmente al giudice di pace, possa comminare fino a 12 giorni di cella ai responsabili di borseggio. La Regione Veneto, tramite Luca Zaia, suggerisce l’uso di braccialetti elettronici per i recidivi, mentre Andrea Ostellari punta a sanzioni anche per i genitori che mandano minori a rubare. Dalla parte dei cittadini, la protesta continua: il gruppo “Cittadini non distratti” collabora con altre città e segnala come il problema coinvolga anche i servizi sociali, dato che spesso i borseggiatori sono minori o donne incinte.
La vicenda mette in luce il paradosso di una città che, pur avendo cittadini attivi e vigili, non dispone di strumenti normativi chiari per tutelarli. La spirale di furti e denunce incrociate rende Venezia fragile dal punto di vista della sicurezza quotidiana, con residenti e turisti che rischiano di pagare le conseguenze di un vuoto legislativo che richiede interventi urgenti.