Alcuni dolori, come la morte di un figlio sono terribili da reggere e la famiglia di Leonardo Rizzetto, morto a 9 anni per un tumore, lo sa bene. Nella giornata del 30 maggio, la famiglia a Concordia Saggittaria, in provincia di Venezia, ha dato l’ultimo saluto a questo bambino, insieme a tutti i compaesani che lo piangono. La Cattedrale non è riuscita a contenere tutta la folla assiepata. Tra di loro, anche i compagni della sua squadra di calcio dove ha mosso i primi passi grazie al papà dirigente sportivo ed ex giocatore.
Insieme ai compagni di calcio, anche gli amici della scuola elementare, con le maestre e il sindaco Claudio Odorico che ha disposto le bandiere a lutto per questo bambino andato via troppo presto per aver perso la lotta contro il tumore. Insieme al feretro, anche un palloncino a forma di cuore di colore blu come la maglia della sua squadra di calcio dove militava.
Un bambino che adorava giocare a calcio. Nel mese di novembre, quando ha cominciato le cure per la terapia, la prima cosa che ha chiesto è stata proprio quella di poter continuare a giocare a pallone. Don Natale, il parroco, durante l’omelia, ha espresso parole cariche di vicinanza e di supporto alla famiglia in questo momento di dolore. Afferma che la morte di un bambino è sempre incomprensibile, una ferita che trapassa l’anima.
Leonardo Rizzetto non si è mai arreso, anzi. Ha fatto tutte le cure necessarie, ma purtroppo, come spiega Don Natale, non è stato possibile e la Madonna di Medjugorje “è venuta a prenderlo e ora lo protegge”. In chiesa, il padre, insieme alla moglie e al fratellino di Leonardo, Giorgio, ha letto una lettera indirizzata al figlio carica di dolore.
Lo ricordano come un bambino immenso che “quando non riuscivi più a parlare baciavi il crocifisso. Hai lottato come un guerriero senza mai mollare. Non ti sei mai lamentato per tutto ciò che hai subito. Nonostante avessi la sofferenza e il dolore dentro, con quel meraviglioso sorriso portavi luce sempre. Hai fatto pregare tanta gente, anche chi non l’aveva mai fatto, e così hai unito tante persone con la tua fede. Prima di salire in cielo hai fatto la prima comunione, distribuendo sorrisi a tutti, poi hai salutato gli amici”.
Il padre lo ringrazia per la felicità e tutto l’amore che ha donato. Invoca Dio affinché protegga il figlio, ma anche tutti loro portando amore e pace “perché nulla muore, ma tutto si trasforma”. Ora può giocare a calcio in Paradiso come sognava e desiderava. Alla fine, il feretro è stato salutato da un lungo applauso e da palloncini bianchi e blu fatti volare in cielo.