Veneto, troppi morti per Covid: bare sistemate nei container frigo nel cortile di un ospedale

Le immagini shock sono state rese pubbliche da L'Espresso, che in un articolo di oggi 17 dicembre mostra la grave situazione dell'ospedale di Legnago, in provincia di Verona. La situazione ormai vicina al collasso.

Veneto, troppi morti per Covid: bare sistemate nei container frigo nel cortile di un ospedale

Sono davvero scioccanti le immagini che oggi 17 dicembre sono state pubblicate sulle pagine online della rivista L’Espresso, in un articolo a firma di Paolo Biondani e Andrea Tornago. Il giornale mostra chiaramente un camion frigorifero che si trova nel cortile dell’ospedale di Legnago, in provincia di Verona. Lì dentro vengono depositate le bare che ospitano le salme dei deceduti a causa del coronavirus Sars-CoV-2, che in queste settimane sta colpendo duramente il Veneto, dove la situazione dei nosocomi pare essere quasi fuori controllo. 

Legnago è poi uno dei poli ospedalieri più grandi dell’intera provincia di Verona. Secondo quanto dichiarato dai sanitari, la struttura ospedaliera non riesce più a contenere i tanti ricoveri e decessi a causa del Covid-19. I pazienti vengono intubati direttamente nel pronto soccorso è curati lì dentro. Tra l’altro, come ha spiegato a L’Espresso Ivano Dal Dosso (segretario dei medici Anaao), i pazienti Covid si gestiscono direttamente in pronto soccorso con il casco Cpap, come se la struttura fosse un reparto di terapia semi-intensiva

Personale distrutto da turni di lavoro massacranti

Il personale sanitario afferma che ormai i medici sono distrutti dagli estenuanti turni di lavoro che devono affrontare a causa dell’emergenza sanitaria, alcunu lunghi anche 12 ore. I professionisti sono costretti a portare per decine di ore una tuta anti-contagio, oltre a tenere coperte le vie respiratorie con le mascherine. Il chirurgo ortopedico Pasquale Santoriello, dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, ha raccontato che nelle scorse ore ha incrociato un medico che gli ha detto di essere risultato positivo al tempone per l’individuazione del Sars-CoV-2. Il professionista ha riferito che l’uomo stesse letterlmente scappando dal nosocomio passando per lo scantinato, in modo che durante il suo cammino non potesse contagiare nessuno. 

Ciò fa capire di come la situazione nella regione Veneto sia estremamente seria: basti pensare che nelle ultime 24 ore su tutto il territorio regionale sono stati riscontrati altri 4.402 nuovi casi di positività al Covid-19. Per questo il governatore Luca Zaia ha disposto ulteriori restrizioni che partiranno già dalla giornata di sabato 19 dicembre: da quella data, a partire dalle ore 14:00, non ci si potrà spostare fuori dai confini del proprio comune di residenza, questo in attesa che arrivi la nuove stretta di Natale prevista dal Governo centrale. 

Sono 92 i morti che si sono avuti in Veneto nella giornata appena trascorsa a causa del Sars-CoV-2. Nei giorni scorsi la prima persona a riferire di una situazione ormai al limite era stato Adriano Benazzato, segretario regionale dei medici Anaao il quale aveva contestato i criteri utilizzati dalla Regione Veneto per conteggiare i posti disponibili nelle terapie intensive. Secondo lui questi attualmente ammontano a 639 unità e per allestirne 500 in più bisognerebbe assumere, a suo dire, 400 anestetisti e oltre 1.200 infermieri che dovrebbero essere utilizzati soltanto per curare i malati Covid. 

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