Ennesimo incidente sul lavoro in Italia, ieri mattina, martedi 14 dicembre 2021, dove in una conceria di Vallarsa, in località Sega, in Trentino, un’operaia 22enne è rimasta vittima di un brutto incidente e si trova in gravi condizioni.
La 22enne, poco dopo le 11:30 di ieri, per quasi 30 minuti, è rimasta con il braccio incastrato in un macchinario, un rullo, per la lavorazione del pellame ed è stata tempestivamente soccorsa dai suoi colleghi.
L’accaduto
Dopo che la giovane operaia è rimasta incastrata col braccio nei rulli che tirano dentro le pelli per la lavorazione, sul luogo dell’incidente sono rapidamente intervenuti in soccorso i sanitari del 118, i vigili del fuoco volontari di Vallarsa e i permanenti di Rovereto. La giovane era dolorante e molto spaventata e ci è voluta una buona mezz’ora per liberarla dal macchinario.
Sottoposta a sedazione per il dolore, è stata trasportata dall’elicottero di Trentino Emergenza all’ospedale Santa Chiara, dove attualmente è ricoverata con gravi fatture, sebbene non sia in pericolo di vita. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri e gli ispettori dell’Uopsal, i tecnici della sicurezza del lavoro dell’Azienda Sanitaria, per l’effettuazione dei rilievi sull’incidente e per il reperimento di infiormazioni sullo stato di sicurezza della fabbrica.
Sempre ieri, un operaio 55enne è morto nel pomeriggio nel Varesotto, in un cantiere di Bodio Lomnago. L’uomo è stato schiacciato da una betopompa, utile a gettare il calcestruzzo, mentre avanti ieri a Brezzo di Bedero, in provincia di Varese, nell’azienda Reggiani Print Srl, un operaio 39enne ha subito lo schiacciamento di una mano in un macchinario di protezione.
Ancora un incidente, ancora in fabbrica, ancora una macchina da lavoro che “risucchia” un’operaia che, sebbene ferita, è ancora viva. Dopo quest’ultimo caso, non possiamo non ricordare la tragedia avvenuta a maggio, quando Luana d’Orazio venne risucchiata da una orlatrice alla quale erano state rimosse le protezioni per aumentare la produttività. Luana aveva 22 anni, viveva a Prato ed è morta in una azienda tessile di Montemurlo.