Vaccini, madre consegna il caso di sua figlia immunodepressa ai giudici

La questione vaccini è seria. I bambini non vaccinati per motivi medici non possono stare insieme a quelli non vaccinati per motivi ideologici. Deciderà la magistratura

Vaccini, madre consegna il caso di sua figlia immunodepressa ai giudici

I punti di vista riguardanti il tema dei vaccini sono davvero tanti. In questi giorni la cronaca ha riaperto i riflettori sul caso di una famiglia di Treviso che ha presentato alla magistratura una denuncia contro la scuola frequentata dalla figlia. La bimba, vaccinata ma immunodepressa è stata costretta a rimanere a casa quando due compagni di classe, non vaccinati, si sono ammalati.

Ciò che chiede la mamma della bambina è che la magistratura decida di prendere posizione in tema di vaccini, convinta che “i dirigenti scolastici non possono trattare il problema con superficialità”. Per molti il non vaccinare il proprio figlio può essere una questione ideologica, ma non per tutti è così. La questione è piuttosto seria, di mezzo c’è la salute del proprio figlio: “Non è un fatto ideologico, è una questione seria“, avrebbe detto la donna all’Ansa.

Cinque settimane a casa dall’asilo e solo perchè due fratellini che avevano contratto la varicella non erano vaccinati, non sono poche. Per questo la mamma della bambina, trapiantata e con deficit immunitario, sottoposta ad un primo vaccino e risultata “non-responder“, ossia non in grado di produrre anticorpi dopo il vaccino e per questo non sottoposta al secondo vaccino, ha reso noto di aver presentato la sua denuncia “per omissione di atti d’ufficio, istigazione alla disobbedienza e tentata epidemia“, come scrive repubblica.it, alla magistratura di Treviso contro la scuola d’infanzia che avrebbe dovuto prendere a cuore anche la sua bambina.

Ciò che la donna spera è che i magistrati prendano posizione seria e chiara nei confronti dei dirigenti delle scuole d’infanzia: “I Magistrati – afferma la mamma della bambina-, devono esprimersi in maniera tale, con condanne se serve, perché i dirigenti delle scuole d’infanzia si adeguino alle norme, senza sconti”. Poi aggiunge: “Più vaccinati ci sono, più i nostri figli sono al sicuro”.

I punti di vista sulla questione vaccini possono portare su lidi diversi, ma nessuno è assoluto, una cosa è certa, secondo la donna: “Non si possono mettere in una classe bambini non vaccinati per motivi medici con altri non vaccinati per motivi ideologici”.

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