Uno studio sui batteri permetterebbe di identificare la persona

Sono in arrivo altri alleati, oltre alle impronte e al DNA, che permetterebbero di identificare un individuo. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Pnas ha dimostrato che la composizione di ogni singolo individuo è unica

Uno studio sui batteri permetterebbe di identificare la persona

Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Pnas ha dimostrato che la composizione di ogni singolo individuo è unica. Questo risultato ha, dunque, consentito di accertare ancora una volta una caratteristica che potrebbe rivelarsi utile nell’identificare una persona anche solo sulla base del profilo batterico.

Un’accurata ricerca sullo studio dei microrganismi che vivono a stretto contatto con il corpo ha rivelato che i batteri ci seguono. Lo studio è stato eseguito da un ricercatore statunitense che è riuscito ad identificare alcune persone tramite l’analisi dei batteri della flora intestinale e della pelle. Il ricercatore non ha fatto altro che confrontarli con quelli della casa dove i soggetti esaminati vivevano.

Un esito che è risultato davvero straordinario, anche se è stato eseguito solamente su un campione ristretto di persone ed in un lasso di tempo limitato. Questa analisi potrebbe avere ripercussioni positive anche nelle indagini degli investigatori in presenza di reati, e che si aggiunge alle impronte e al dna come aiuto per identificare un ipotetico assassino.

Per capire se questa nuova scoperta può servire agli investigatori gli scienziati della Harvard School of Public Health hanno esaminato in un periodo di tempo più lungo il profilo batterico intestinale, della pelle e di altri distretti corporei di oltre 120 individui. Poi hanno dato vita ad un algoritmo capace di generare una specie di codice a barre esclusivo per ogni individuo. Dopo aver realizzato la procedura gli autori dello studio hanno provato a confrontare il dato con quello derivato da nuovi campionamenti eseguiti  alcuni mesi dopo.

Le analisi però hanno permesso di rilevare che l’identificazione è stata possibile solo in un terzo dei casi. L’esito però è stato diverso quando è stato analizzato solamente il profilo a livello intestinale: infatti in questa sede il microbioma è stato rilevato stabile e l’85% dei casi sono stati identificati con successo.  

Secondo l’esito di questi ultimi risultati gli scienziati hanno concluso che le analisi delle impronte digitali e la ricerca del Dna saranno sempre quelli più affidabili, ma si continua nella ricerca per avere altre alternative in futuro. 

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