L’opinione pubblica e la politica si scaldano in questi giorni per il ddl Cirinnà, discusso in Senato a partire dallo scorso 4 febbraio. Una discussione che sta impiegando più di quanto dovrebbe fare.
Mentre il Senato fa i conti anche con il parere sulla stepchild adoption del presidente della Società Italiana di Pediatria, Giovanni Corsello (nella foto) che ha affermato: “Non si può escludere che convivere con due genitori dello stesso sesso non abbia ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale nell’età evolutiva“, senza portare evidenze scientifiche, arriva il comunicato con cui l’Ordine degli Psicologi del Piemonte prende una posizione netta e decisa.
Alessandro Lombardo – presidente degli psicologi piemontesi – infatti, nel comunicato stampa afferma che il problema reale per un bambino che cresce in famiglie con due genitori dello stesso sesso è il contesto più o meno omofobico nel quale si trovano a vivere; questo certamente può costituire un problema; ma i genitori, sia essi eterosessuali che omosessuali, posso essere allo stesso modo buoni o pessimi genitori.
Lombardo entra nello specifico, scrivendo: “È innegabile che la decisione sul ddl Cirinnà sia politica. Ma è altrettanto innegabile che, una gran parte delle argomentazioni portate a favore della non approvazione del ddl, sono smentite da anni di ricerche scientifiche. Non esiste, se non nei codici culturali, un unico modello di famiglia“.
A sostegno di questa presa di posizione arriva la scienza. L’Ordine, infatti, il 9 febbraio ha consegnato al Senato un dossier con i risultati di studi condotti sul tema di eventuali rischi in cui incorrono i bambini cresciuti con due genitori dello stesso stesso. Ben 70 studi scientifici condotti dal 1972 al 2015 da diverse istituzioni ed equipe internazionali, che dimostrano che non vi sia nessuna correlazione tra sesso dei genitori ed eventuale disagi del minore.
Un impegno costante, quello dell’Ordine degli Psicologi Piemontesi, nella difesa dell’orientamento sessuale di ciascuno. Già nel 2014, infatti, quando in Piemonte ci furono due gravi e allarmanti episodi di omofobia all’interno delle scuole e ad opera di due insegnanti, l’Ordine si espresse affermando che l’orientamento omosessuale non è né scelta né malattia, ma solo uno dei possibili orientamenti sessuali e che qualsiasi teoria contraria a questa fosse priva di valore scientifico e per questo condannamibile.
Dall’Ordine del Piemonte, riguardo l’adozione del figlio del partner dello stesso sesso, aggiungono: “È chiaro quindi che il salto è culturale, del tipo di società che vogliamo e dobbiamo essere. Diventa altrimenti difficile comprendere tutto questo terrore che si è creato attorno a questo ddl“.