Nella mattina di mercoledì 6 novembre, i carabinieri della Compagnia di Penne hanno eseguito tre arresti nell’ambito di un’operazione mirata a smantellare un presunto giro di spaccio di sostanze stupefacenti. Tra gli arrestati figurano un vigile del fuoco di 51 anni, per il quale è stata disposta la custodia cautelare nella casa circondariale, un carabiniere in congedo di 52 anni, e un terzo uomo di 37 anni, già noto alle forze dell’ordine, entrambi posti agli arresti domiciliari.
Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, è stato richiesto al termine di un’intensa attività investigativa coordinata dalla Procura di Pescara, nella persona del sostituto procuratore Andrea Papalia.L’indagine, denominata “Acque agitate“, ha preso avvio nei primi giorni di aprile 2024 e si è articolata in una serie di attività di monitoraggio, pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, grazie alle quali sono emersi elementi significativi circa l’esistenza di una rete di spaccio nella zona di Penne e nei comuni limitrofi.
Il vigile del fuoco, che sarebbe risultato coinvolto in modo sistematico nello spaccio di sostanze stupefacenti, è accusato di aver realizzato almeno 18 cessioni di sostanze stupefacenti, rappresentando un punto di riferimento per numerosi consumatori locali. Le indagini rivelano che le consegne avvenivano talvolta persino durante i turni di lavoro, con appuntamenti fissati nei pressi della caserma, oltre che nella sua abitazione e nella vicina azienda agricola di famiglia, dove l’uomo svolgeva parallelamente attività lavorative e di spaccio.
La dinamica delle operazioni coinvolgeva anche il carabiniere in congedo, presunto complice e aiutante nelle consegne. Durante l’inchiesta è stata intercettata una telefonata in cui il vigile del fuoco, per rifornirsi di una quantità rilevante di sostanze stupefacenti da vendere, avrebbe contattato un noto pregiudicato locale. Questa trattativa ha condotto anche alla misura degli arresti domiciliari per il terzo uomo coinvolto, considerato il principale fornitore.
L’operazione è culminata a inizio giugno con l’arresto in flagranza del vigile del fuoco, trovato in possesso di sette dosi di sostanze stupefacenti, un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento e oltre ventimila euro in contanti, ritenuti proventi dell’attività di spaccio. Dalle testimonianze raccolte, è emerso un quadro allarmante di intimazioni che l’uomo avrebbe rivolto a consumatori in debito, minacciandoli di rivelare ai loro familiari il coinvolgimento nelle sostanze stupefacenti, sfruttando la propria credibilità data dalla divisa.
Conclusi gli atti di rito, il vigile del fuoco è stato trasferito alla casa circondariale di Pescara, mentre i due complici sono stati posti agli arresti domiciliari. Si sottolinea che, trovandosi ancora nella fase delle indagini preliminari, la colpevolezza dei tre dovrà essere accertata in sede processuale, nel rispetto del principio di presunzione d’innocenza fino al giudizio definitivo.