“Un sogno chiamato bebè”, la fiera di Milano nasce tra le polemiche

L'iniziativa degli aspiranti genitori ospitata a Parigi lo scorso Weekend è attesa anche in Italia. Prevista a maggio 2022 sono piovute critiche da destra e da sinistra, tutti in pressing per fermare l’evento.

“Un sogno chiamato bebè”, la fiera di Milano nasce tra le polemiche

E’ attesa anche in Italia la l’iniziativa tenuta lo scorso Weekend a Parigi degli aspiranti genitori, prevista a Milano nel Maggio del 2022, scoppia così il caso del “salone” sull’utero in affitto, il suo nome in italiano è “un sogno chiamato bebè“.  Il Comune si dissocia dicendo di non aver mai ricevuto richieste di autorizzazione per una manifestazione del genere, è attesa una presa di posizione del Sindaco Giuseppe Sala.

Una manifestazione di due giorni che, come si legge sul sito unsognochiamatobebe.it, consentirà agli aspiranti genitori di incontrare medici specialisti, terapeuti e esperti di fertilità e conoscere i trattamenti più recenti e ricevere un sostegno: in sostanza, per informare sulla procreazione medicalmente assistita, pratica consentita in Italia. Ma il rischio è che si parli di Gestazione per altri (Gpa), sebbene sul sito non se ne parli, e questo è il timore di chi ne chiede la cancellazione.

Scoppia quindi la polemica alla notizia dell’arrivo anche qui in Italia di “Desir D’enfant“, il salone sulla procreazione organizzato in Francia, all’Espace Champerret di Parigi il 4 e 5 settembre 2021. Questo evento è rivolto a tutti coloro che vorrebbero diventare genitori e cercano supporto nel loro progetto e vorrebbero avere indicazioni sulla genitorialità e fertilità. Si ha paura però che vengano proposte anche pratiche non ammesse dalla legge italiana, come l’utero in affitto e la maternità surrogata. 

E proprio per questo si è scatenato un putiferio: da destra e sinistra sono arrivate un’interrogazione al ministro della Salute Roberto Speranza e richieste, tra cui quelle di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, al sindaco di Milano Giuseppe Sala per impedire lo svolgimento della fiera “Un sogno chiamato bebé”, che si terrà nel capoluogo lombardo il 15 e 16 maggio 2022 (in un primo momento doveva svolgersi il 20 e 21 novembre 2021). In pressing sul primo cittadino anche alcuni esponenti dem: oltre Comincini, anche la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta sul Femminicidio e la violenza di genere.

Anche nella lista civica di Sala un candidato, Paolo Petracca, definisce impensabile che a Milano si ospiti una fiera simile. È un evento che mortifica la donna ma ancora di più è un’esposizione che si pone contro l’ordinamento italiano.

Dal Comune intanto l’assessora a Educazione e Istruzione, Laura Galimberti fa sapere che al Comune di Milano non è arrivata nessuna richiesta o informazione a riguardo: l’Amministrazione non ha quindi concesso alcuna autorizzazione o patrocinio o altre forme di sostegno all’iniziativa né, al momento, è nelle condizioni di intervenire per vietarlo, ma commenta: “da donna e da amministratrice, che una fiera non sia il luogo più adatto ad affrontare temi così delicati di cui si dibatte da diversi anni e non solo sul piano giuridico e che coinvolgono la dignità della donna e del bambino e il momento delicato dell’inizio della vita. Il rischio concreto, invece, è che, come sta già avvenendo in queste ore, la polemica si sostituisca alle esigenze di un dibattito serio e approfondito”.

Continua a leggere su Fidelity News