Un pò di giustizia per Alice Gruppioni uccisa in viaggio di nozze nel 2013

E' stato ritenuto colpevole di omicidio l'uomo che nell'agosto 2013 investì ed uccise l'italiana Alice Gruppioni mentre si trovava in viaggio di nozze col marito a Venice Beach in California.

Un pò di giustizia per Alice Gruppioni uccisa in viaggio di nozze nel 2013

Sentenza giusta ma che certo non potrà riportare in vita Alice Gruppioni, l’imprenditrice italiana 32enne che nell’agosto 2013 durante il suo viaggio di nozze venne investita sul lungomare di Venice Beach da un pregiudicato senza fissa dimora con problemi di droga e alcol di 39 anni di nome Nathan Campbell, originario del Colorado. La sentenza è stata emessa lo scorso venerdì dal Tribunale di Los Angeles. Secondo la ricostruzione fatta dall’accusa, Campbell era furioso perchè doveva comprare della droga per sé ed un amico e aveva dato 35 dollari allo spacciatore che era fuggito con i soldi senza consegnargli neanche la droga.

Per la rabbia di essere stato fregato, Campbell entrò nella sua auto con l’intento di investire casualmente i pedoni e gli ambulanti che si trovavano sul lungomare di Venice Beach. Infatti oltre ad Alice Gruppioni altre 17 persone rimasero ferite a seguito del tragico evento. Per la difesa, invece, Campbell non voleva investire.

Ma chi era Alice Gruppioni? Era una manager del gruppo Sira di Pinoro (Bologna). Il padre Valerio Gruppioni oltre che manager dell’omonima azienda era vice presidente del Bologna Calcio. Si era sposata il 20 luglio 2013 con Christian Casadei, un architetto di Cesena ed insieme avevano progettato questo viaggio in California. Il 3 agosto, giorno della tragedia, sarebbe stato il loro ultimo giorno negli USA. Durante la testimonianza resa innanzi al Tribunale di Los Angeles, il marito di Alice, con una immaginabile commozione, aveva raccontato come lui avesse cercato di tirarla per farla entrare in un portone e quindi sottrarla alla furia dell’investitore omicida ma che nonostante gli sforzi fatti non era riuscito a salvare la moglie. La donna era rimasta aggrappata al cofano della macchina di Campbell per qualche centinaio di metri e poi era caduta a terra battendo mortalmente la testa e morendo sul posto tra le braccia del marito. Inutili i successivi soccorsi.

Campbell era riuscito a scappare ma si era consegnato alle autorità dopo due ore a Santa Monica. La famiglia Gruppioni intentò una causa civile contro la Contea di Venice Beach per non aver posto delle adeguate protezioni a tutela dei pedoni.

Ma poco importa dell’esito della causa civile, secondo Valerio Gruppioni, padre di Alice. Anche se Campbell è stato condannato per omicidio di secondo grado, la vita della sua famiglia è stata distrutta lo stesso inesorabilmente.

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