Un paziente di Bergamo affetto da coronavirus si risveglia a Palermo dopo il coma

Un uomo di Bergamo, affetto da virus Covid-19 e ricoverato nell'ospedale della sua città, va in coma. Si risveglia incredulo nell'ospedale della città di Palermo 25 giorni dopo.

Un paziente di Bergamo affetto da coronavirus si risveglia a Palermo dopo il coma

Un paziente affetto da virus Sars-Covid-19 va in coma nella città di Bergamo e si risveglia 25 giorni dopo in Sicilia, nella città di Palermo. Al suo risveglio viene intervistato dalla TV pubblica, curiosa di sapere la sua incredibile storia. Il paziente – incredulo – afferma di aver pregato e pregato molto, pensando a combattere ed a non mollare. A settembre si sposerà la sua figlia più piccola e non può deluderla, dovendo portarla fino all’altare.

Inoltre ha combattuto anche per battezzare l’ultimo nipotino, nato da qualche mese. La nuora gli ha chiesto di tenere duro e di vincere la malattia. L’uomo è risultato positivo al virus nell’ospedale di Bergamo, città dove gli è stato fatto il tampone oro-faringeo e le ultime parole che è riuscito ad ascoltare prima di andare in coma dicevano che non c’era più posto negli ospedali della città, duramente provata dal virus dilagante.

Dopo ciò, l’uomo si è svegliato nell’ospedale di Palermo, non ricordando nulla di ciò che era avvenuto negli ultimi 25 giorni. La prima cosa che l’uomo ha pensato, svegliandosi nell’ospedale di Palermo, è stata che lui era a Bergamo e continuava a credere di essere lì. Continuava ad essere convinto di trovarsi nell’ospedale di Bergamo, non nella regione Sicilia. Sentiva però stranamente parlare in dialetto siciliano, non riuscendo a spiegarsi il motivo.

Il paziente comunque è riuscito a mantenere sempre la calma e la tranquillità. Lo stesso è stato trasportato nella regione Sicilia da un aereo militare dell’esercito italiano. Gli sono state riferite dai medici siciliani le sue condizioni, le quali sembravano veramente molto gravi e drammatiche. L’uomo ha scoperto di essere nella città di Palermo solo dopo essere stato dimesso dal reparto della rianimazione e dopo aver subito un nuovo tampone oro-faringeo.

L’uomo ha ricevuto anche delle lettere da parte dei figli e dei nipotini, dove c’era scritto: “Forza nonno, guarisci presto“. Familiari a cui l’uomo è fortemente legato. Lo stesso ha ringraziato di cuore i medici e gli infermieri che lo hanno salvato dalla morte: “Sarà sempre grato a loro“, afferma. Personale medico sempre caloroso ed affettuoso nei suoi confronti. L’uomo si trova in ospedale da ormai quasi 50 giorni ed afferma di aver paura a tornare a Bergamo: “Siamo in guerra lì” dice.

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