Un genitore su 4 non rifarebbe un figlio: essere genitori risulta troppo sacrificante

Come dimostrato dai recenti dati Istat, in Italia nascono pochi bambini e di conseguenza aumenta il divario tra nascite e decessi. In un sondaggio si evince che sempre più genitori risultano "pentiti" della loro scelta di procreare.

Un genitore su 4 non rifarebbe un figlio: essere genitori risulta troppo sacrificante

Mettere al mondo un figlio è una delle esperienze più belle della vita, sia per le donne, sia per gli uomini, che ripongono tutta la loro felicità nel vedere crescere il frutto del loro amore. Offrire alla Terra una nuova creatura da cullare è un gesto lodevole, un dono speciale che ogni essere umano può fare, così da disegnare un inedito futuro.

Nonostante la gioia e la soddisfazione che si prova nel mettere alla luce un figlio, è innegabile che essere genitori comporta moltissimi sacrifici e importanti responsabilità. Quando si diventa mamme e papà, si inizia ad abbandonare le vecchie abitudini, soprattutto quelle più spensierate e a tratti goliardiche, e si viene travolti da un “ciclone” caratterizzato da poppate e pannolini. Col tempo, non tutti i genitori riescono a sorreggere il “peso” di dedicarsi interamente ad una nuova vita che necessita di tante cureinfinito amore.

Sicuramente non tutti affrontano allo stesso modo le difficoltà: per alcuni rinunciare ai propri hobby, spazi, ritmi e orari non è una missione semplice. Altri invece affrontano con grinta il ruolo genitoriale e superano ogni ostacolo trovando conforto negli occhi dolci dei propri bambini. Purtroppo anche l’attuale periodo storico non aiuta molto le famiglie che, con maggior frequenza, non riescono a trovare una situazione economica stabile.

In minima parte, il lato economico non è sempre causa di rinuncia a procreare infatti per molti giovani risulta impensabile uscire dallo status di figlio/a per diventare genitore, dimostrando di non possedere minimamente nessun istinto materno o paterno. A prescindere dai diversi pensieri a riguardo, è palese che in Italia sono sempre meno le persone che decidono di diventare genitori e tale scelta e seguita da diverse giustificazioni, più o meno condivisibili.

Ad offrire un quadro chiaro sul fenomeno delle nascite sono i recenti dati Istat, secondo i quali la generazione “di mezzo” (dei 25-44enni) ha smesso completamente di fare figli: “Continua a diminuire la popolazione: al 1° gennaio 2020 i residenti ammontano a 60 milioni 317mila, 116mila in meno su base annua. Aumenta il divario tra nascite e decessi: per 100 persone decedute arrivano soltanto 67 bambini (dieci anni fa erano 96)”.

Natalità: il sondaggio che ha fatto discutere

A sconvolgere l’opinione pubblica è il risultato dell’attento sondaggio Swg che ha fatto emergere una tendenza molto eclatante: un genitore su quattro ha dichiarato che non rifarebbe un figlio perché è una scelta che include troppi sacrifici e tante rinunce. A raddoppiare la dose, sono stati alcune risposte che hanno addirittura aggiunto che, se avessero la possibilità di tornare indietro nel tempo, non si cimenterebbero più a formare una famiglia cosi da “rinnegare” anche il matrimonio.

Per fortuna, a controbilanciare questo pensiero è un altro dato che rincuora ovvero il 67% degli intervistati ha ammesso che senza un figlio la vita di una persona è incompleta, percentuale che però scende al 57% per la generazione tra i 25 e i 44 anni. Inequivocabilmente, risulta che gli italiani non considerano la crisi demografica in atto come un’emergenza per il Paese che invece, dovrebbe prima risolvere altri fenomeni connessi che potrebbero cambiare le sorti di molte famiglie: insicurezza economica; carenza di incentivi; precarietà lavorativa.

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