Piacenza, un anno fa la tragedia colpiva la famiglia di Andrea Albanese quando dimenticò il figlio Luca, di soli due anni, all’interno della sua macchina. Il piccolo Luca, infatti, era rimasto per alcune ore sotto il sole di giugno, immobile dentro la macchina, dove era morto soffocato per la mancanza di ossigeno. L’uomo, che si è sempre sentito responsabile della morte del figlio, ha voluto donare un defibrillatore alla sua città per aiutare altri bambini. Per il padre di Luca, fare questo prezioso dono, è come vedere il piccolo rinascere e vivere ancora, e lo strumento, che è stato posizionato in una teca proprio nei giardini dove giocava il bambino, simboleggia in un certo senso la presenza del piccolo.
Durante la cerimonia alla presenza del sindaco per la consegna del defibrillatore, il padre di Luca era visibilmente emozionato e anche provato dal profondo dolore che ha lasciato nella sua vita, e in quella della moglie, la morte del piccolo. Anche la mamma, infatti, si è mostrata ancora profondamente abbattuta dalla mancanza del piccolo e a distanza di un anno la ferita è aperta come allora. I due genitori però stanno lottando per un futuro migliore, sia per loro che per altri che hanno attraversato esperienze simili. Infatti, la coppia sta portando avanti una proposta di legge che faccia diventare obbligatorio il sistema anti-abbandono nelle automobili. Prima di procedere devono però aspettare la sentenza del tribunale di Piacenza, che scagioni il padre di Luca dall’accusa di omicidio colposo, di cui era stato imputato all’epoca dei fatti.
Risolto questo spinoso problema, fondamentale per andare avanti senza rancore, la coppia ha intenzione di pensare al futuro, magari con un altro bambino. Di certo non dimenticheranno mai la tragedia che li ha colpiti, e cercheranno di trarre da questa esperienza, che tanto dolore e sensi di colpa ha portato nella loro vita, un insegnamento fondamentale per renderli degni genitori dei loro futuri figli. L’esperienza vissuta li ha fatti riflette molto sul senso della vita, e soprattutto sul fatto che i bambini si affidano inconsapevolmente ai genitori, fonti di vita ma pur sempre persone, con pregi e difetti.