UK: rintraccia padre biologico, ma lui la stupra vestita da sposa

Hollie Davey racconta di come, quando aveva 13 anni, rintracciò il padre biologico. Ma lui la stuprò ripetutamente, fino a metterla incinta per due volte.

UK: rintraccia padre biologico, ma lui la stupra vestita da sposa

L’eco di un’altra tragedia in ambito familiare arriva da Essex, una contea dell’Inghilterra orientale. La vittima dell’aberrante vicenda è Hollie Davey, che ha deciso di raccontare al Daily Mirror di come il sogno adolescenziale di conoscere il proprio vero padre, si sia trasformato per lei nel più grande incubo della sua vita. Hollie Davey ora ha 26 anni. Tutto iniziò quando la donna aveva solo 13 anni, e la madre le rivelò che era stata adottata. “Il mio mondo è andato in frantumi” ha raccontato la donna “Non potevo accettarlo, ero arrabbiatissima. Mi sono sentita come se tutta la mia vita fosse solo un’enorme bugia”. Così la giovane ha deciso di rintracciare il proprio padre biologico, abbandonando la casa dei genitori adottivi.

Quello che la ragazzina non poteva sapere, è che nell’Ottobre del 2001, varcando quella soglia, sarebbe entrata nel più grande inferno che potesse immaginare. Le aprì la porta un uomo con i capelli grigi, racconta, chiedendole cosa potesse fare per lei. “Gli dissi che ero sua figlia e sembrò scioccato, mi abbracciò forte. Disse che stava aspettando il momento in cui mi avrebbe rivista”. Ma le normali attenzioni dell’uomo, si tramutarono ben presto in qualcosa di molto più oscuro e perverso. Dopo circa due mesi dal trasferimento, infatti, lui le suggerì di giocare ad un gioco che chiamò “Mamme e papà“. “Pensavo fosse strano, visto che avevo ormai 14 anni, ma non volevo che si infastidisse”. Così la Davey accettò. Lui le fece mettere un vestito da sposa, facendola distendere sul letto e cominciando a scattarle delle fotografie.

Quella stessa notte il padre entrò nella sua camera da letto, iniziando a molestarla. E lo stesso fece anche nel corso delle notti seguenti. Fino a quando, un giorno, lui non la condusse in macchina fino ad una strada deserta, strappandole i vestiti e tenendola ferma sul sedile del passeggero. “Ho solo aspettato che finisse […] mi domandavo come avesse potuto farmi una cosa del genere, pensavo che mi amasse”. Una volta tornati a casa, la Davey continua a raccontare di come il padre l’avesse costretta ad indossare di nuovo il vestito da sposa ed un anello d’argento, dicendole “Voglio che tu sia mia moglie”. “Mi sentivo come un animale in trappola”, ricorda la donna.

Quando, dopo diversi stupri, Hollie Davey rimase infine incinta, l’uomo tentò di praticarle un aborto dopo averla costretta a bere una bottiglia di gin, utilizzando una spilla da balia. Fallito il tentativo da macellaio, la portò in ospedale dove lei riuscì ad abortire, ed i medici le salvarono la vita. Ma la ragazza non riuscì a raccontare tutto ai dottori, e così all’età di 15 anni rimase incinta un’altra volta. In seguito alla seconda gravidanza, taciuta al genitore, una notte mentre il mostro dormiva lei riuscì a fuggire. Più tardi diede alla luce il bambino, che le fu ovviamente portato via dai servizi sociali.

Così Hollie Davey iniziò ad andare al college, cercando di rifarsi una vita, ma non poteva dimenticare quanto accaduto. “Ho realizzato che non potevo permettergli di farla franca, sapendo che lui era ancora lì fuori, ad aggirarsi per le strade alla ricerca di altre ragazzine da stuprare”. Così richiese il test del DNA, che provò che suo padre era effettivamente anche il padre del suo bambino. In seguito alla denuncia, una seconda ragazza si fece avanti, affermando di essere stata anch’essa molestata dal padre della Davey.

Nel Luglio del 2013, Paul Davey, 63enne residente nella contea di Suffolk, fu dichiarato colpevole di tutti i capi d’accusa: stupro, abuso sessuale e tentativo di provocare un aborto illegale. Fu condannato a 16 anni di prigione. “Vorrei non averlo mai cercato. Ha rovinato la mia infanzia-conclude Hollie Davey-ma ora sono tornata a vivere con la mia famiglia adottiva, e sono finalmente felice”.

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