Uccisi a fucilate nelle campagne brindisine. Spunta l’eredità di terreni e casolari

Antonio e Caterina sono stati uccisi a fucilate in un casolare sperduto, nelle campagne brindisine, ritrovati dal fratello di Antonio. La coppia viveva una vita modesta. Ma ora spuntano un terreno ed un altro casolare, che spiegherebbero il duplice omicidio

Uccisi a fucilate nelle campagne brindisine. Spunta l’eredità di terreni e casolari

Antonio Calò, 70 anni, era all’ingresso; la moglie Caterina Martucci, 63 anni, nella camera da letto. Li hanno ammazzati con un fucile da caccia. Due colpi per la donna, uno solo per lui. Così li ha ritrovati Carmelo, uno dei fratelli di Antonio, in una pozza di sangue, la scorsa settimana in un casolare dove la coppia abitava, nella campagna di Serranova nel brindisino. Un borgo minuscolo che conta solo cento abitanti.

Poche ora fa, la procura di Brindisi ha disposto un’altra perquisizione presso l’abitazione di un altro fratello, Cosimo Calò. Precedentemente era già stato sequestrato un fucile da caccia, regolarmente detenuto, nel suo capanno degli attrezzi. Era il 1° Marzo -intorno alle 18.30- quando Carmelo arriva davanti a quel casolare. Fuori dal tempo e dal mondo, un po’ come tutta Serranova. Suo fratello non ha l’auto ed era venuto a prenderlo per fare delle commissioni.

Antonio e Caterina vivevano una vita modesta, con la pensione sociale da ritirare all’ufficio postale, che apre solo due volte la settimana. Improbabile pensare ad una rapina finita male. Tutti in paese sanno che i coniugi Calò non hanno un soldo. Qui ci devi venire apposta. Devi conoscere la zona. La strada è stretta, e poi la dinamica fa pensare ad un’esecuzione.

Ci sarebbe da capire perché sono stati sparati due colpi a Caterina. Il giorno successivo all’omicidio sono stati ritrovati un paio di bossoli tra un albero spoglio ed il recinto delle capre, a pochi metri dalla scena del crimine. I bossoli sono ancora da repertare e non sappiamo se sono collegati al delitto.

Nel frattempo gli inquirenti stanno stringendo il cerchio proprio intorno all’ambito familiare. Cosimo e Vincenzo Calò, fratello e nipote dell’ uomo ucciso a fucilate, sono stati convocati nella caserma dei carabinieri. I due non erano accompagnati da alcun legale, perchè se è vero che Antonio e Caterina non avevano disponibilità di contanti, secondo la procura, il movente è da cercare nella disputa per la proprietà di terreni ed immobili: l’eredità di un casolare lasciato da Angelo, un altro dei sette fratelli Calò morto due anni fa, e un vecchio terreno di proprietà della vittima.

Ricordiamoci che il giorno dell’omicidio Antonio Calò, con l’altro fratello Carmelo, avevano appuntamento con un avvocato per concordare alcuni dettagli proprio in merito alla questione dell’eredità.

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