Turista austriaco rovina una statua del Canova per un selfie

Un turista austriaco si è seduto sulla “Paolina Borghese” del Canova per un selfie, rompendo le dita del piede della statua. "Episodio clamoroso", denuncia Sgarbi, chiedendo che l'autore non torni in patria impunito.

Turista austriaco rovina una statua del Canova per un selfie

Non è la prima volta che la bramosia di ottenere uno scatto perfetto porta alla rovina di capolavori dell’arte italiana da parte di incuranti turisti, spesso stranieri. Questa volta, vittima di tale superficialità è stata la “Paolina Borghese” di Antonio Canova, capolavoro neoclassico del famoso scultore veneto custodito presso il Museo di Possagno a Treviso.

Secondo quanto denunciato da Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Antonio Canova, un turista austriaco si è seduto sulla statua per un selfie ed ha così spezzato le dita del piede della gamba destra. “Dopo la riapertura dei musei, e tra questi il Museo Gipsoteca di Possagno si registra un episodio clamoroso”, ha commentato Sgarbi. Il famoso critico d’arte chiede che le forze dell’ordine e la magistratura non lascino che il turista austriaco possa rientrare in patria impunito. “Lo sfregio a Canova è inaccettabile“, ha affermato Sgarbi.

“Paolina Borghese come Venere Vincitrice” è una delle opere più famose dello scultore italiano, uno dei maggiori esponenti del Neo Classicismo italiano ottocentesco. Creata tra il 1804 e il 1808, la statua ritrae Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone I, e fu realizzata in occasione delle sue nozze con Camillo Borghese avvenute nel 1803. La statua provocò molto scalpore all’epoca della sua creazione, a causa della forte sensualità con cui la Borghese era stata ritratta.

Paolina è raffigurata nella statua come una Venere semidistesa che tiene mano una mela, richiamando il racconto mitologico del giudizio di Paride. Nel mito greco, le Dee Era, Atena e Afrodite chiesero a Paride di scegliere a chi consegnare una mela d’oro con l’iscrizione “alla più bella”, e il giovane futuro principe di Troia scelse Afrodite, la Venere dell’Olimpo Greco.

Il turista austriaco si aggiunge ad un lungo elenco di turisti che, incuranti del valore del patrimonio artistico del nostro Paese, rovina capolavori dell’arte per futili motivi. A Firenze nel 2018 un turista si aggrappò al Tabernacolo del Canto alla Paglia, risalente al ‘500, facendolo cadere e rompere, mentre sempre nel capoluogo toscano nel 2013 una turista inglese staccò un dito alla statua “Il ratto di Polissena” in piazza della Signoria ed un 55enne americano ebbe l’idea di “dare il cinque” ad una statua dell’Opera del Duomo, staccando così il mignolo.

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