L’Italia è un paese ricco di storia e di cultura, che spesso però non vengono correttamente apprezzate e rispettate dalle migliaia di persone che ogni giorno si trovano a fruire delle molteplici bellezze che la penisola offre. È il caso di quanto successo a Roma, dove un turista americano ha lanciato a terra due busti di marmo esposti all’interno dei Musei Vaticani.
Il fatto è avvenuto mercoledì 5 ottobre intorno alle 13:00, quando un turista statunitense di origini egiziane ha sollevato due busti di marmo dalle loro basi e li ha lanciati a terra. Chiari danni su entrambe le sculture, anche se fortunatamente recuperabili. Frantumata la base in marmo di uno dei due busti, mentre nei volti sono rimasti danneggiati un naso ed un orecchio.
Ambedue i busti, risalenti al I secolo d.C., si trovavano all’interno della Galleria Chiaramonti, dove sono esposte le opere della collezione realizzata sotto Pappa Pio VII Chiaramonti (1800-1823) e ordinata secondo le istruzioni dell’artista Antonio Canova, che raccoglie oltre 100 busti, oltre a sarcofagi e statue. Il Vaticano conferma che i danni subiti “non sono rilevanti“, e le due sculture si trovano già presso il laboratorio di Restauro marmi dei Musei Vaticani.
Il turista, che ha circa 60 anni e si trovava da tre giorni nella capitale italiana, è stato fermato ed era in chiaro stato di agitazione. La Gendarmeria vaticana, che presta quotidianamente servizio presso i Musei Vaticani, ha consegnato l’uomo alle forze dell’ordine italiane, e agli agenti il turista avrebbe affermato che voleva parlare con il Papa. Negli Stati Uniti avrebbe precedenti per atti osceni in luogo pubblico.
Dal Vaticano arriva il commento ufficiale: “Mai successo negli ultimi decenni. Nei sette chilometri di gallerie museali ci sono telecamere e protezioni di sicurezza come teche e barriere”. Come è quindi possibile che il turista sia riuscito a rovinare le due statue? “La maggior parte delle opere sono affreschi e quindi distanti dal visitatore, purtroppo la Galleria è l’unica sala dove le opere sono a portata di mano“, spiegano dal Museo.