Trovate microplastiche nei grandi marchi di cosmetica: rapporto Greenpeace

Greenpeace ha verificato la presenza di plastica in rossetti, lucidalabbra, mascara, cipria e fondotinta di undici marchi diversi: Bionike, Deborah, Kiko, Lancôme, Lush, Maybelline, Nyx, Pupa, Purobio, Sephora e Wycon.

Trovate microplastiche nei grandi marchi di cosmetica: rapporto Greenpeace

Undici grandi marchi di cosmetica sotto accusa, per la presenza di microplastiche nocive, secondo un rapporto di Greenpeace, L’unica certezza legata alle materie plastiche in forma liquida, semisolida e solubile è che, una volta rilasciate nell’ambiente, sono impossibili da rimuovere e, a causa della loro persistenza e difficile biodegradabilità, possono produrre un inquinamento destinato a durare per decenni.

Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia, spiega che c’è un ampio utilizzo di polimeri, che provocano danni permanenti.  I mascara sono risultati i prodotti in cui gli ingredienti in plastica erano più frequenti (90% dei prodotti controllati), seguita da rossetti e lucidalabbra (85%) e fondotinta (74%).

In Italia, attraverso un emendamento inserito nella Legge di Bilancio 2018, dal 1 gennaio 2020 è stata vietata l’immissione in commercio di prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche. Le analisi, hanno evidenziato la presenza di piccole particelle inferiori ai 5 millimetri come il polietilene, il polimetilmetacrilato, il nylon e il polietilene tereftalato.

Greenpeace ha provato a chiedere spiegazioni alle dirette interessate, ma le aziende non hanno dato risposta.Solo una, la Purobio ha risposto al questionario, mentre Cosmetica Italia, divisione di Confindustria così come tutte le altre aziende, non lo hanno fatto. L’associazione industriale si è limitata a ribadire, l’avvenuta eliminazione, a partire dal 2015, delle microplastiche dai cosmetici con azione esfoliante o da risciacquo, il cui uso è oggi vietato in Italia.

Da gennaio 2018, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA)ha inserito una proposta secondo la quale, 500mila tonnellate di plastica nei prossimi venti anni, non verranno reimmesse nel mercato, ma deve combattere contro le grandi lobby ed il testo risulta indebolito. Secondo le ultime ricerche tracce di microplastiche, si troverebbero addirittura già nel nostro organismo. Per questo Greenpeace chiede alle lobby che ci sia più un rapporto uomo natura e punta il dito verso di loro per una riconversione green.

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