Una drammatica vicenda ha scosso la città di Trieste nei giorni scorsi. Una donna ucraina di circa 30 anni è stata trovata senza vita nel suo appartamento, mentre accanto a lei c’era la figlia di soli 6 anni che per ore ha vegliato silenziosamente la madre senza riuscire a chiedere aiuto. La vicenda è avvenuta il 13 maggio, ma è stata scoperta soltanto diverse ore dopo, quando la bambina non si è presentata a scuola, facendo insospettire gli insegnanti.
L’assenza della piccola a scuola ha immediatamente destato preoccupazione tra le insegnanti, che hanno tentato di contattare la madre senza ottenere risposta. Di fronte al silenzio, è scattata la chiamata ai soccorsi. Sul posto sono arrivati rapidamente i vigili del fuoco insieme al personale sanitario del 118. Per poter accedere all’appartamento, i vigili del fuoco hanno dovuto abbattere la porta. All’interno hanno trovato la bambina in lacrime, stretta nell’abbraccio della madre ormai priva di vita.
Secondo le prime indagini, il decesso della donna sarebbe da attribuire a cause naturali, forse un malore improvviso. Non sono stati riscontrati segni di violenza né elementi che indichino disordini o situazioni di pericolo all’interno dell’abitazione. Questa ipotesi è confermata dall’assenza di qualsiasi segno che potesse far sospettare un intervento esterno.
La bambina, rimasta per ore accanto alla madre, è stata presa in carico dai servizi sociali locali, che hanno avviato le procedure per garantirle supporto psicologico e un ambiente sicuro. Il Comune di Trieste si è immediatamente attivato per trovare una sistemazione adeguata alla piccola e per assicurare tutte le forme di assistenza necessarie in questo momento così delicato.
Questa situazione mette in luce una realtà molto difficile: quella della solitudine di molte persone, soprattutto di chi vive lontano dalla propria terra d’origine, come molti rifugiati o immigrati. La donna, madre e probabilmente senza una rete familiare o sociale solida a sostenerla, si è spenta nella propria casa senza che nessuno potesse intervenire in tempo.
L’episodio richiama l’attenzione sull’importanza di rafforzare le reti di supporto per le persone vulnerabili, soprattutto per quelle che vivono lontano dai propri affetti e spesso isolate. Le istituzioni, le comunità e la società civile devono lavorare insieme per prevenire situazioni del genere, promuovendo inclusione, ascolto e solidarietà.