L’Agenzia per il lavoro del porto di Trieste ha fatto sapere di aver licenziato Fabio Tuiach, il portuale ed ex pugile divenuto uno dei simboli della lotta contro il Green Pass obbligatorio sul posto di lavoro. La decisione è stata presa in quanto, anche quando era in malattia, il portuale ha partecipato alle manifestazioni No Green Pass. L’uomo è anche ex consigliere comunale. Si tratta della stessa persona che, dopo aver contratto il Covid durante le manifestazioni di piazza, accusò come responsabili della malattia gli idranti della Polizia.
La decisione dell’Alpt fa seguito anche ad un provvedimento disciplinare recapitato a Tuiach lo scorso 28 ottobre. Tra l’altro, nonostante avesse contratto il coronavirus Sars-CoV-2, il portuale aveva dichiarato che non aveva nessuna intenzione di sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid-19. Per lui adesso è scattato il licenziamento. L’uomo si è difeso, e ha sostenuto di essere uscito da casa negli orari consentiti per legge alle persone che si trovano in malattia.
Tuiach: “Andrò a mangiare alla Caritas”
Fabio Tuiach non ha preso assolutamente bene la notizia del licenziamento da parte del porto di Trieste. “Ho cinque figli, mia moglie è commessa part time: andremo a mangiare alla Caritas” – così ha detto il portuale rivolgendosi alla stampa nazionale. L’uomo adesso ha deciso di rivolgersi ad un avvocato.
Tuiach ha raccontato di lavorare nel porto da quando ha 18 anni. Facendo presente la sua situazione ad un avvocato l’uomo spera di poter tornare a lavorare in porto. Alla stampa ha raccontato che durante le manifestazioni ha incontrato alcuni medici che gli hanno consigliato di prendere vitamine e antinfiammatori.
Per l’uomo l’obbligo vaccinale assomiglia ad una vera e propria dittatura, e fa presente che in porto si lavora anche con i cittadini turchi che non sono assolutamente vaccinati contro il Covid-19. E infatti nell’Europa orientale si sta assistendo ad uno spaventoso picco di contagi dati gli bassi numeri delle persone vaccinate.